Nuovi accertamenti. Li ha disposti il Ris di Roma sulle tracce biologiche che i carabinieri specializzati nelle indagini scientifiche hanno rinvenuto nella casa in cui il 17 novembre scorso marito e moglie, Emidio Del Vecchio, 78 anni, e Adele Tumini, 75, sono stati trovati morti. Assassinati con 111 coltellate.
Indiziato dell’assassinio è il figlio, Marco Del Vecchio, rinchiuso nel carcere di Torre Sinello dalla tarda mattinata del 18 novembre.
Nel primo pomeriggio di oggi la decisione degli investigatori scientifici di approfondire ancora le analisi è stata notificata alle parti. Si comincia il 19 aprile.
Nei giorni scorsi la perizia del consulente tecnico d’ufficio, Ferruccio Canfora, ha sancito la piena capacità d’intendere e di volere dell’indagato. Un punto a favore della pubblica accusa, rappresentata dal pm Enrica Medori, e della parte offesa (Osvaldo e Nicoletta Del Vecchio, gli altri due figli dei coniugi), che si sono affidati all’avvocato Gianni Menna e alla criminalista Roberta Bruzzone.
La difesa di Marco Del Vecchio, rappresentata dall’avvocato Raffale Giacomucci, ha annunciato una controperizia, affidata al criminologo Francesco Bruno.
La notizia del 29 gennaio – Un mocio sporco di sangue. Una scopa con le strisce di tessuto può essere l’elemento chiave delle indagini sull’assassinio di via Anghella. I carabinieri del Ris lo hanno analizzato nei laboratori di Roma insieme ai due coltelli trovati nella casa in cui sono stati assassinati Emidio Del Vecchio e Adele Tumini. Il mocio era intriso di sangue, come il manico. Gli investigatori lo hanno rinvenuto sulla scena del crimine. Chi ha ucciso i due coniugi lo aveva occultato, ma non è riuscito a disfarsene.
Altre analisi riguardano le impronte.