Ora i ristoratori denunciati cambiano il menù. E scrivono che “il prodotto servito potrebbe essere surgelato”. Dopo la truffa del pesce congelato scoperta dalla guardia costiera di Vasto, i titolari di ristoranti denunciati per frode alimentare fanno ristampare la lista delle pietanze che offrono ai loro clienti e ottengono il dissequestro del pesce.
“Ma i procedimenti penali nei loro confronti proseguono”, precisa il tenente di vascello Giuliano D’Urso, comandante dell’Ufficio circondariale marittimo di Punta Penna. “I denunciati sono 6”, conferma l’ufficiale. Le loro attività si trovano “sulla nostra giurisdizione marittima, che va da Torino di Sangro a San Salvo, ma anche nelle zone interne”. Nel mirino dei militari sono finiti ristoratori e pescivendoli della costa, ma anche dell’entroterra vastese.
“L’inchiesta di Pasqua è finita, ma proseguono i controlli ordinari”, dice il comandante del Circomare.
La notizia del 29 marzo – E’ un’importante operazione contro la truffa del pesce congelato, quella che i militari della guardia costiera di Vasto stanno portando a termine in queste ore.
Agli ordini del tenente di vascello Giuliano D’Urso, gli uomini dell’Ufficio circondariale marittimo di Punta Penna, nell’ambito di una serie di controlli mirati a tutelare la salute dei consumatori, hanno sequestrato 750 chili di pesce congelato e pronto per il consumo in alcuni ristoranti di Vasto.
Cinque persone sono state denunciate. Sono accusate di frode in commercio. Attorno a mezzogiorno di oggi sono in corso le ultime formalità prima dell’annuncio ufficiale riguardante la conclusione delle operazioni.
L’inchiesta è stata condotta ad ampio raggio. “Durante i controlli espletati, suddivisi tra piccola e grande distribuzione sia all’ingrosso che al dettaglio, ristorazione punti di sbarco – spiega D’Urso – sono stati elevati complessivamente 4 verbali di contestazione per violazioni amministrative, per un ammontare totale di 11mila euro, 2 sequestri amministrativi per un totale di 400 metri di reti non correttamente segnalate, 5 comunicazioni di reato per frode in commercio e relativi 5 sequestri penali di circa 750 chili di prodotti ittici”.
La truffa del pesce congelato – Cinque denunce nei confronti dei ristoratori che servivano sulle tavole dei loro clienti pietanze contenenti pesce congelato spacciandolo come pescato fresco. A Vasto la guardia costiera ha chiuso il cerchio attorno ai responsabili della frode alimentare scoperta in queste settimane dagli investigatori marittimi.
“Le comunicazioni di reato alla Procura della Repubblica hanno riguardato principalmente ristoranti che commercializzavano prodotto ittico congelato anziché fresco, senza darne opportuna informazione al consumatore”, racconta il tenente di vascello Giuliano D’Urso, comandante dei militari di Punta Penna, che hanno svolto “controlli a tappeto lungo la filiera commerciale della pesca per favorire la prevenzione di comportamenti illeciti a tutela delle risorse ittiche e dei consumatori nell’imminenza delle festività pasquali. A tal fine sono stati impiegati otto uomini in vari nuclei ispettivi, composti ciascuno da due o tre militari. Durante le verifiche il personale della guardia costiera non solo ha controllato il rispetto delle norme per prevenire frodi commerciali ai danni del consumatore finale (come ad esempio pubblicità ingannevole, somministrazione e vendita illegale di prodotti congelati per freschi o di aluid pro alio) ma anche il rispetto delle norme sulle taglie minime e specie protette, sulla tracciabilità, sull’etichettatura e sulla materia igienico-sanitaria”.
D’Urso annuncia che “le attività di controllo continueranno anche nei prossimi mesi con un’opera di costante prevenzione e di sensibilizzazione, al fine di garantire una sempre maggiore osservanza della normavita vigente da parte di tutti i soggetti che operano lungo la filiera ittica”.
Il pesce cinese – La legge utilizza un’espressione latina:aliud pro alio (qualcosa per qualcos’altro). Vendere una cosa per un’altra.
E’ quello che faceva una pescheria di Vasto: pesce ghiaccio cinese al posto dei bianchetti. Questi ultimi dalle nostre parti vengono comunemente definitipesciolini di maggio, che generalmente si mangiano gratinati al forno, oppure fritti.
I militari della guardia costiera di Punta Penna hanno scoperto anche questo nelle indagini a tappeto eseguite prima delle festività pasquali.
Il proprietario dell’attività commerciale è stato denunciato all’autorità giudiziaria perché “vendeva – racconta Giuliano D’Urso, comandante dell’Ufficio circondariale marittimo – pesce ghiaccio proveniente dalla Cina al posto del bianchetto (novellame di pesce azzurro) di qualità decisamente superiore.
A tal proposito, si esorta l’utenza a prestare sempre la massima attenzione chiedenso eventuali chiarimenti circa la provenienza e lo stato di conservazione, non esitando a contattare, in caso di dubbio, la guardia costiera di Vasto”.
Nell’estate 2008 il Circomare aveva trovato in una padella già sui fornelli della cucina di un hotel della riviera il pangasio del Vietnam, pesce allevato in uno dei fiumi più inquinati del mondo, il Mekong, e spacciato per sogliola, filetto di merluzzo, o dentice.