E’ tutto pronto. Saranno migliaia le persone che sfileranno a Pescara per dire no ai progetti di petrolizzazione del mare abruzzese. La costa vastese è una delle zone più minacciate dai due nuovi progetti: nuovi pozzi di petrolio con annessa raffineria galleggiante e ricerche petrolifere nel mare antistante l’intera regione. Anzi, in tutto l’Adriatico da Rimini in giù.
Dopo il grande corteo di Manfredonia dello scorso settembre, ora la protesta si posta a Pescara. Pullman di ambientalisti partiranno anche da Vasto. La città si era candidata per ospitare la manifestazione.
I Cobas – “La Confederazione Cobas sostiene e partecipa alla manifestazione indetta a Pescara per il giorno 13 Aprile contro il devastante progetto Ombrina mare: un petrolchimico off shore a pochi chilometri al largo della Costa dei Trabocchi”, si legge in una nota del sindacato.
“La Confederazione Cobas ritiene, che la battaglia contro il Piano di Trivellazioni stabilito dal Governo Monti nell’ambito della Strategia Energetica nazionale, in particolare attraverso la petrolizzazione del mare Adriatico, sia idealmente e fattivamente legata a quella del No Tav in Piemonte, del No Ponte e No Muos in Sicilia, dei rifiuti zero in tutta Italia, così come quella dei lavoratori Ilva di Taranto, che rifiutano il vecchio modello produttivista , per cui è accettabile ,tutto ciò che crea posti di lavoro, anche se distrugge la vita.
E’ ora che in Italia si affermi un percorso e una cultura basati su produzioni e consumi alternativi , con al centro l’armonia tra uomo e natura.
Ciò può essere realizzato solo con la partecipazione di massa, cosciente e rispettosa delle caratteristiche vocazioni socio-economico-culturali dei territori.
Nulla di questi aspetti ha a che fare con il progetto Ombrina mare.
Il silenzio del ceto politico regionale , ma non solo, gli interessi composti della Confindustria locale, che ha come stella polare l’assoggettamento del territorio e delle risorse naturali alle sue esigenze speculativo-profittuali, sono un prezzo che le popolazioni rifiutano, motivate a contrastarlo.
il 13 di Aprile saremo in piazza, con tutte le realtà che hanno dato vita alla manifestazione, impegnati affinchè il movimento di resistenza diventi un progetto di vita alternativo a chi il mare lo vuol vendere”.