“Vi sto cedendo i migliori anni della carriera di mio figlio”, con queste parole da commerciante puro e navigato, Regalino Iannone ha compiuto nei mesi scorsi il più grande capolavoro della sua vita. Dopo cinque stagioni nel quarto di litro e tre bronzi in Moto2, l’approdo di Andrea Iannone nell’olimpo della due ruote mondiale, in MotoGp. Team Ducati Pramac, con Niki Heyden. In quello ufficiale, assieme a Ben Spies, ecco un altro pilota italiano, un altro Andrea, Dovizioso. Tre anni in più ed una laurea da campione del mondo in 125 che al nostro Andrea manca, e da pure fastidio, anche se forse non lo dirà mai. Le quattro moto sono perfettamente uguali, dicono. Sta di fatto che Iannone si è già rivelato il migliore della scuderia completa nelle prove fin qui disputate in terra di Spagna, Jerez e Valencia, e a Sepang, in Malesia.
Uno start indigesto per l’altro Andrea, quello con la “s” un po’ così, scivolosa, che contraddistingue il sangue romagnolo dal resto del Paese e identifica il pilota a due ruote. Son tutti di lì, di quella terra, i migliori che l’Italia ha sempre sfornato. Era di lì anche Marco Simoncelli, uno che manca ancora tanto a tutti noi appassionati di tutti gli sport, e sulla cui moto già l’anno scorso Iannone poteva fare l’esordio in MotoGp con un anno di anticipo. Ma questa è storia vecchia. Nel destino di Andrea Iannone c’erano i colori della sua città, i colori di Vasto, il biancorosso Ducati, l’eccellenza italiana. Una moto folle, definita la più veloce di tutte con tanti ma, tanti se, tanti dubbi. Ne sa qualcosa Valentino Rossi, il mito, che vi ha trascorso in sella le due stagioni più nere della sua carriera, le uniche forse. Chissà cosa avrà pensato Iannone quando, nel primo giorno di prove ufficiali a Jerez arrivando quarto non ha letto il nome del “doctor 46” davanti al suo. Solo sesto Vale, che il giorno seguente ha però stampato il miglior tempo, mentre Andrea dopo quindici giri è finito sfortunatamente a respirare l’odore dell’erba. “Apperò”, bella differenza fare meglio di un mostro alle prime battute sulla stessa moto! Sul suo sito ufficiale il pilota vastese parla di “belle sensazioni” nel descrivere cosa prova alla vigilia dell’esordio in MotoGp. Non proprio le stesse di Andrea Dovizioso, che invece ha rinunciato ad una partecipazione televisiva in un programma Rai, in cui doveva sfidare Iannone in una esibizione di go-kart.
Che attesa per domenica, che ansia! Ci spiace sottolineare che non ne provino per il nostro Andrea i colleghi de Il Centro, che in uno speciale di 20 pagine dedicato alla MotoGp, lo hanno relegato in decima: foto e qualche rigo di circostanza, con errori statistici imperdonabili. Definito “uno che ha fatto bene” in Moto2…Muah! La storia dice tre volte terzo in Moto2 dietro i mostri sacri spagnoli, altro che fatto bene…Non ne sente molta neanche l’amministrazione comunale di Vasto, che non può ritenersi con la coscienza a posto solo per aver concesso Piazza del Popolo ai fans per l’installazione di un maxi schermo. Negli anni novanta la Regione Abruzzo ingaggiò Sting a fior di miliardi quale testimonial per promuovere le bellezze paesaggistiche e i servizi offerti sul territorio, tu un nome di livello internazionale ce l’hai in casa e non muovi un dito per studiare un binomio di promozione dell’immagine di una città turistica. Cose che, peraltro, ad Andrea non faranno malissimo, lui domenica è atteso a Losail da un personale tifoso (confidenza fatta nel penultimo numero del periodico Raiders) che corrisponde al nome dello sceicco del Qatar, padrone di casa e padre padrone delle manifestazioni in cui rombano i motori. Giusto ‘na cosetta. Ma sono cose che offendono e deludono profondamente la Città del Vasto, i vastesi, gli sportivi, i tifosi! Pazienza, noi ce lo godremo tutti in piedi sul divano di casa o di…Palazzo D’Avalos. Gas, Andrea, gas e tieni duro quando esci dalla curva e quella Ducati sembra volerti portare ad una velocità in cui manca l’ossigeno. Forse il segreto è tutto lì, e se è tutto lì, solo un “pazzo” come te può far sognare Borgo Panigale e la tua gente.
Gabriele Cerulli