Ho letto il vostro articolo sull’ennesimo incidente causato dai cinghiali. E’ semplicemente scandaloso che nulla si sia fatto dopo che, a fatica, l’ex assessore Antonio Tamburrino riuscì far approvare dal Consiglio Provinciale un regolamento che tendeva a contenere il numero di questa specie diventata “nociva” solo perché troppo presente e dannosa al territorio ed alle produzioni agricole, assegnare alle “squadre” di cinghialai (cacciatori) il controllo di un territorio ben delimitato allo scopo di adottare misure drastiche anche in periodi fuori dalla stagione venatoria, ricreare condizioni sostenibili per l’agricoltura che, per tanti, rappresenta ancora il principale elemento di sostentamento economico.
L’amministrazione Di Giuseppantonio, tra i suoi primi atti urgenti, adottò la “sospensione” del regolamento approvato da quella a guida Coletti. Con quali risultati? I danni all’agricoltura sono aumentati in maniera esponenziale, il numero dei cinghiali altrettanto oggi quotidiani turisti al mare, il triste ed incontrollato fenomeno del bracconaggio è tra i più assidui d’Italia tanto che i deceduti per la caccia illegale sono aumentati considerevolmente, il consumo presso i locali pubblici altrettanto con uno scarso controllo sanitario sui capi abbattuti.
Tutto questo per il solo fatto che, il centro – destra vincente alle elezioni regionali del 2008 e provinciali 2009, doveva pagare “dazio” alla “casta venatoria”. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ad una sana, partecipata e degna regolamentazione si è preferito il nulla e la confusione più totale. Noi siamo per le cose serie e programmate anche se ci fanno perdere qualche voto tra i seguaci della dea Diana ma c’è li fanno conquistare tra i cittadini. Altri pensano in maniera diversa. Vorremmo un ritorno al passato non per nostalgia ma per, almeno, provarci. Un cordiale saluto.
Camillo D’Amico
Capogruppo Pd in Consiglio provinciale