Marco Del Vecchio è capace d’intendere e di volere. E lo era anche al momento del delitto di cui è accusato e che lui dice di non aver commesso.
E’ chiaro il responso della perizia psichiatrica sul 37enne di indiziato dell’assassinio dei suoi genitori, Emidio Del Vecchio e Adele Tumini, 78 e 75 anni, barbaramente trucidati con 111 coltellate il 17 novembre scorso nella casa di via Anghella che condividevano col figlio.
“Ho appena letto i risultati della perizia psichiatrica”, dice attorno alle 16 di oggi Gianni Menna, l’avvocato degli altri due figli delle vittime, Osvaldo e Nicoletta Del Vecchio, parti lese in questa tragica vicenda.
“La relazione del dottor Ferruccio Canfora dice con chiarezza non solo che Marco Del Vecchio è capace d’intendere e di volere, oltre che di stare coscientemente nell’eventuale processo a suo carico, ma sottolinea anche che è socialmente pericoloso. A noi interessavano soprattutto gli aspetti legati alla criminogenesi e criminodinamica dell’evento delittuoso.
Ebbene – dichiara Menna – la perizia ha accertato che l’indiziato era capace d’intendere e di volere anche al momento in cui è avvenuto il delitto e che, in quel frangente, non aveva alterazioni mentali, né era sotto effetto di stupefacenti”.
Ora i periti di parte offesa (Roberta Bruzzone) e della difesa (Roberto Bruno e Simonetta Costanzo) potranno presentare perizie e controperizie di parte per rafforzare o contestare quanto accertato da Canfora, consulente tecnico d’ufficio nominato dal giudice per le indagini preliminari, Caterina Salusti.
Oggi nel puzzle delle indagini è stato posto un tassello fondamentale. Un punto a favore della pubblica accusa, rappresentata dal pm Enrica Medori.
La difesa, però, non demorde. Nei giorni scorsi l’avvocato di Del Vecchio, Raffaele Giacomucci, ha chiesto la scarcerazione dell’indagato sostenendo l’insufficienza delle prove a suo carico.
Il 23 aprile Canfora riferirà al magistrato, illustrando a voce i risultati già scritti sul documento depositato oggi. In quella circostanza si chiuderà l’incidente probatorio. Parte lesa e difesa potranno rivolgere delle domande all’esperto.