Ogni luogo ha un cuore. E il cuore della mensa Caritas di Vasto è senza dubbio suor Gianna. Accoglie me e Costanzo mentre sta preparando i tavoli per il pranzo insieme ai volontari che ogni giorno garantiscono questo importante servizio alla città. E’ una donna forte suor Gianna, segnata dalle esperienze della sua vita. Nel cuore un amore per il prossimo che traspare dietro ogni sua parola, nonostante l’atteggiamento a volte ruvido. “Io sono così -dice scherzosamente lei-, un po’ rude. Ma dico sempre le cose come stanno, senza giri di parole”. Le rubiamo qualche minuto dalla sua attività per farci raccontare un po’ della sua vita. Non basterebbero giornate intere, ma insieme riusciamo a coglierne i tratti salienti. Insieme a noi questa volta è venuta un’altra appassionata di fotografia, Chiara Cirillo. Anche lei, come me e Costanzo, rimane incantata dalle parole di suor Gianna. “Da giovane, a un certo punto, iniziai a farmi delle domande sulla mia vita. Lessi alcuni testi di monsignor Daniele Comboni, fondatore dei missionari comboniani e ne rimasi affascinata. Nacque un amore per l’Africa fino a quando, dopo un anno di studio, partii. Fu un’avventura già arrivare in Uganda, visto che andai in nave. Partii il 5 dicembre del 1969, arrivai il 22 gennaio del 1970″.
Parla dell’Africa e si vedono i suoi occhi che brillano. Trent’anni di missione, in Uganda e poi in Etiopia, segnano in maniera profonda e definitiva la vita di una persona. Esperienze di incontri, tanti visi che le tornano nella mente mentre racconta. E il pensiero al giorno, nel 2001. in cui arrivò la necessaria decisione di fare ritorno in Italia. “A malincuore -dice sconsolata suor Gianna-. Ma ho accettato tutto con spirito di servizio”. Intorno a noi ci sono i volontari della mensa che continuano a lavorare e si avvicinano spesso a lei per avere indicazioni sulle cose da fare. “Forse posso sembrare una che comanda troppo – ci confida-. Ma in ogni posto ci vuole un punto di riferimento e qualcuno che metta le regole, altrimenti le cose non funzionano”. Ci spostiamo in cucina, dove le donne stanno preparando il pranzo. La mensa Caritas, dal giorno della sua apertura non è stata chiusa neanche un giorno. Le volontarie vogliono bene a suor Gianna. “Senza di lei come faremmo?” Lei, per confermare quello che ci ha detto prima, chiede: “Loro chiedono sei io comando in cucina”. E loro sorridendo: “Si, si. Comanda lei. Ma suor Gianna è davvero brava. Ha un cuore grande e questa è la cosa più importante. Non è semplice il servizio che fa lei, tutti i giorni, senza fermarsi mai”. E ricordano che la mensa è aperta 365 giorni all’anno, anche nelle feste. Oggi serve una quarantina di pasti a persone, italiane o straniere, che non possono permetterselo. “Ma con molta semplicità – ci tiene a sottolineare suor Gianna -. Io non sto a chiedere nazionalità, religione o altro. A me basta che siano persone in difficoltà”. E così, arrivata Vasto per fare assistenza in carcere si è ritrovata a gestire questa mensa, ormai da 7 anni. Fino a diventarne il punto di riferimento. “Ringraziando il Signore non ci è mai mancato niente. Un po’ questa crisi si sente, ma riceviamo sempre tanta generosità. E poi, quando magari manca qualcosa, non mi faccio problemi a chiedere. Se devo chiedere per me o per la mia comunità di suore magari non lo faccio. Ma se è per la mensa, per questi nostri fratelli, non mi tiro indietro”.
E’ quasi mezzogiorno, e sta per aprirsi il portone di via Buoncosiglio per far entrare chi viene a mangiare. Suor Gianna accoglie tutti con un sorriso. Poi chiede il silenzio nella sala e dice: “Ora recitiamo una preghiera di ringraziamento. Chi vuole preghi con noi, chi non crede stia in silenzio”. E’ una ferma dolcezza, quella della suora che ha fatto del servizio la sua ragione di vita. Mentre gli ospiti della mensa pranzano suor Gianna ci racconta ancora qualche episodio della sua vita. E si torna in Africa. “Ma l’Africa non si può raccontare. Bisogna viverla per rendersi conto di che condizioni disperate vivono quelle persone”, dice sospirando mentre ci parla del suo servizio nelle scuole, nelle comunità africane, degli episodi anche spiacevoli che ha vissuto. Nella sala va avanti il pranzo. E lei si avvicina ai tavoli, perchè qui oltre ad un pasto caldo serve offrire una parola di conforto, un consiglio. Serve il calore umano per persone che vivono sole e qui trovano un po’ di sollievo. E suor Gianna c’è, senza tirarsi mai indietro, sempre con un forte spirito di rispetto delle regole, che diventano non solo le regole della mensa, ma valori da portare con sè. Nella sala il pranzo continua e noi salutiamo suor Gianna, facendole gli auguri per Pasqua. “La Pasqua deve portare un messaggio di speranza. Oggi viviamo tempi difficili, ma se ognuno di noi, nel suo piccolo, fa qualcosa per un altro fratello che ha bisogno, le cose andrebbero meglio. Non servono grandi gesti, basta poco, secondo quello che ognuno può dare per un altro”. Ci saluta ma poi ci chiede una cosa. “Quest’anno, per diversi motivi, non sono riuscita a scrivere un messaggio di ringraziamento. Ci terrei a dire un grazie a tutti i benefattori che quotidianamente sostengono questa mensa e ci permettono di andare avanti“. Come non dare voce al suo grazie? E poi, se lei ringrazia i benefattori della mensa Caritas, è la comunità vastese che dovrebbe dirle un grande grazie per tutto quello che fa.
Foto – Suor Gianna
foto di Costanzo D’Angelo – Occhio Magico