“Serve un piano industriale per rilanciare la Sider-Vasto che a luglio finisce la possibilità di utilizzo della cassa integrazione straordinaria e salvare 55 posti di lavoro che possono altrimenti essere a rischio”. A lanciare l’allarme è Mario Codagnone, segretario generale della Fiom Cgil provinciale.
La crisi e le soluzioni – Secondo il leader delle tute blu, “serve la riforma degli ammortizzatori sociali estendendo la Cig anche a chi non ce l’ha; reddito di cittadinanza a carico della fiscalità generale per chi il lavoro l’ho ha perso, non l’ha mai avuto, per chi studia e per chi esaurisce la cassa integrazione; riduzione dell’orario per ridistribuire il lavoro che c’è; investimenti per la manutenzione del territorio, dei servizi sanitari e scolastici, la salvaguardia dell’ambiente. Ma per costruire un futuro serve una nuova idea di politica industriale, un nuovo modello di sviluppo in cui il pubblico ha un ruolo decisivo. Per affrontare la recessione e uscire dal declino, serve un piano di investimenti, pubblici e privati, sulle energie rinnovabili, la banda larga, sulla mobilità, la siderurgia. Settori strategici che sono a rischio anche per la inadeguatezza di tante nostre produzioni”.
La situazione in Abruzzo e nel Vastese – “L’apparato industriale della nostra provincia è molto rilevante grazie alla presenza di grosse aziende multinazionali importanti (Denso, Pilkington, Honda, Sevel ed altri) e a centinaia di medie e piccole aziende che occupano più del 30% dei 160mila addetti attuali occupati nella regione Abruzzo”, fa notare Codagnone.
In provincia di Chieti “forti aree di crisi e situazioni di aziende in forte sofferenza, tra chi ha chiuso, chi è a rischio di fallimento, chi resiste tra tante difficoltà. Servono investimenti sui prodotti, sui processi, bisogna salvaguardare i diritti e aumentare i salari ai lavoratori per recuperare potere di acquisto. La nostra azione quotidiana nelle aziende è rivolta al confronto e alla contrattazione per salvare i posti di lavoro con riduzioni di orario, contratti di solidarietà, ammortizzatori sociali che si stanno esaurendo. Strumenti che devono essere necessariamente rifinanziati, a cominciare dalla cassa integrazione ordinaria e dalla mobilità in deroga, altrimenti centinaia di persone, anzi qualche migliaio, possono rimanere senza lavoro e senza reddito. I soldi necessari si possono e si devono trovare per affermare il bene comune. Questo è il compito dei governi ai vari livelli. Una politica più seria e più giusta può aiutare a salvaguardare e a creare nuovo lavoro e benessere per tutti”.
Serve un piano industriale per rilanciare la Sider-Vasto che a luglio finisce la possibilità di utilizzo della cassa integrazione straordinaria e salvare 55 posti di lavoro che possono altrimenti essere a rischio.
A fronte del calo delle vendite delle moto da mesi si sta portando avanti un confronto con la direzione aziendale per approntare un piano di riorganizzazione della Honda, difficile e pesante sul piano sociale, per salvare la centralità del sito produttivo di Atessa per Honda Europa e consolidare i livelli occupazionali a circa 400 dipendenti, con la prospettiva del risanamento finanziario e dal 2016 con la possibilità di rilancio produttivo ed occupazionale.
La stessa Sevel che ha una attività produttiva più stabile e comunque lontana dai volumi produttivi che potrebbe realizzare con gli impianti che ha, seppure annuncia una fermata per cassa integrazione guadagni ordinaria dal 26 aprile al 5 maggio al momento non preoccupante, deve riconoscere ai lavoratori aumenti contrattuali più adeguati ai loro sacrifici di questi anni a fronte di un contratto del Gruppo Fiat che toglie ai lavoratori per dare tanti milioni di euro a Marchionne. Come Fiom stiamo impegnando la nostra azione sindacale quotidiana in Sevel per cercare di tutelare i diritti dei lavoratori, ridurre i carichi di lavoro dove sono eccessivi, per migliorare gli aspetti della sicurezza ed avere le giuste agibilità sindacali ed il diritto di assemblea finora negata”.