Le indagini procedono sempre più veloci. Presto potrebbero essere disposti nuovi interrogatori per chiudere definitivamente il cerchio dell’inchiesta sull’omicidio di via Villa de Nardis, nelle campagne a nord-ovest di Vasto. Il 19 dicembre 2012 una donna di 73 anni, Michela Strever, è stata assassinata dentro la sua casa. Legata e soffocata con dei fazzoletti di carta che l’assassino le ha messo in bocca con forza, intasandole il cavo orale e rendendole impossibile respirare. La pensionata è morta per soffocamento, come accertato dall’autopsia eseguita il 20 dicembre dal medico legale della Asl, Pietro Falco.
Per quell’omicidio è stato arrestato un marocchino di 36 anni, Hamid Maathaoui. L’uomo, residente a Vasto dal 2007 e già noto alle forze dell’ordine per via di alcuni precedenti penali nel campo dei reati contro il patrimonio, subito dopo l’assassinio era fuggito a Barletta da alcuni suoi connazionali. Gli investigatori, tramite le utenze telefoniche e altre attività d’indagine, lo hanno rintracciato e fermato il 27 febbraio. “Ha reso ampia confessione”, ha raccontato il pm titolare dell’inchiesta, Giancarlo Ciani, nella conferenza stampa del 28 febbraio scorso, tenuta insieme al procuratore capo, Francesco Prete, al comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Salvatore Ronzo, e al capitano della Compagnia di Vasto, Giancarlo Vitiello.
Nuove indagini – Ma la versione dei fatti fornita dal marocchino, ossia l’omicidio scaturito da una rapina per un misero bottino di 60 euro, non convince del tutto gli inquirenti. “Sono in corso molte attività d’indagine“, si limita a dire Francesco Prete. L’inchiesta prosegue a ritmo serrato. Presto potrebbero essere disposti nuovi interrogatori. Probabilmente sarà ascoltato di nuovo Antonio Strever, il fratello della donna che ha scoperto il cadavere nell’abitazione e ha chiamato i carabinieri. La sua casa era stata perquisita, lui interrogato due volte subito dopo il delitto. Rimane formalmente indagato. Si è sempre proclamato innocente. Verifiche anche sul patrimonio della vittima. Pare infatti che fosse cointestataria con i congiunti di altri beni, tra cui una casa a Vasto Marina.
Nell’abitazione i carabinieri del Ris di Roma hanno rinvenuto molte tracce di sangue. Quella mattina, Antonio Strever, per entrare in casa ha rotto il vetro di una finestra del primo piano. “Si è fatto male, tagliandosi a una mano. Il sangue trovato nel luogo del delitto è stato causato da quella ferita”, ha affermato il suo avvocato, Arnaldo Tascione.