Luciano Lapenna, sindaco di Vasto. Se l’aspettava la decisione dei socialisti di astenersi in Consiglio comunale in una votazione così importante come quella sulle Norme tecniche di attuazione del Piano regolatore?
“Sì, me l’aspettavo. Me l’aveva comunicato qualche giorno fa il segretario del Psi, Luigi Rampa. Avevo detto a Luigi che la cosa non mi piaceva perché il problema non si sarebbe risolto col ricatto del non voto sulle Norme tecniche. Lui e il Psi sanno bene che ho preso l’impegno a cercare una soluzione e a dare risposte alle loro richieste. Questo è un problema politico che non riguarda solo il sindaco, ma anche i partiti. A loro, ma soprattutto al Partito democratico, ho chiesto da tempo di dare risposta alle richieste del Psi”.
Quale risposta ha ottenuto?
“Non ho avuto risposte, né è pensabile che decida solo il sindaco”.
Quando il capogruppo del Psi, Gabriele Barisano, nelle dichiarazioni di voto ha annunciato l’astensione, lei ha replicato. Nel centrosinistra molti non si aspettavano la sua replica in cui dice di essere disposto ad andare oltre l’attuale maggioranza. Questa apertura al centro non le creerà ulteriori problemi a sinistra?
“Ho preso atto del fatto che in Consiglio comunale viene meno la maggioranza che mi ha sostenuto da giugno del 2011. Oggi la riflessione va fatta con tutte le forze della ex maggioranza, ma guardando anche alle altre forze politiche del Consiglio comunale, ricercando in aula i numeri su alcuni punti qualificanti per giungere alla fine del mandato”.
Lei parla di “ex maggioranza”. Vuol dire che tra Lapenna e i socialisti il discorso è chiuso?
“Registro da ieri che quella maggioranza è venuta meno. Né è pensabile che ad ogni Consiglio comunale ci sia incertezza sui numeri”.
Di recente ha incontrato i socialisti. Cosa le hanno chiesto?
“Quattro cose: il rilancio dell’azione amministrativa, l’azzeramento della Giunta comunale, il riconoscimento del ruolo politico del Partito socialista e la riduzione del numero degli assessori”.
“Riconoscimento del ruolo politico” cosa significa? Che il Psi vuole un assessorato?
“Probabilmente sì”.
Ma se riduce il numero degli assessori non rischia di perdere il sostegno di altri partiti?
“Io ho la necessità che si aprà un dibattito oltre la maggioranza, condividendo un percorso sulle cose da fare”.
Andare oltre la maggioranza vuol dire un accordo con i tre consiglieri centristi Davide D’Alessandro, Nicola Del Prete e Massimiliano Montemurro?
“Dobbiamo discutere guardando al Consiglio comunale. Ovvero non si apre nessuna casella al centro, se ci si ricompatta e si va avanti. Ma così non si può andare avanti”.
In aula la sua replica a Barisano è stata intesa così: Lapenna ha già in tasca un accordo con D’Alessandro, Del Prete e Montemurro. E’ vero?
“Nessun accordo. C’è il tempo delle istituzioni e quello dei partiti. In questa situazione, qualsiasi soluzione ai problemi della città dovessi proporre, potrebbe essere impallinata in Consiglio comunale. Le strade sono due: o si ricompatta il gruppo di maggioranza uscente, oppure se ne cerca uno nuovo. A livello nazionale, il presidente della Repubblica ha incaricato Bersani e gli ha detto: Trovati una maggioranza in Parlamento.
Mi auguro che tutti riflettano su questo momento drammatico. Serve la responsabilità di tutti e non l’incertezza in un momento in cui dobbiamo approvare ad aprile il conto consuntivo, altrimenti ci sarà lo scioglimento del Consiglio comunale, ed il bilancio di previsione. Inoltre, la stagione estiva è alle porte: dobbiamo decidere sulla tassa di soggiorno e sulla programmazione della stagione balneare. Dobbiamo decidere su tagli alle spese di gestione, tasse e imposte. Serve una discussione seria con le forze politiche e con la città. Ma queste cose non le vedo”.
La Tares, un’altra stangata per i cittadini?
“Penso che verrà rinviata. Ma i Comuni sono abbandonati a se stessi”.
Si torna a dire: Lapenna vuole solo tirare avanti per qualche mese, sperando che si rivoti presto per candidarsi al Parlamento. E’ vero?
“Ho già risposto a questa domanda. Voglio solo continuare a fare il sindaco, completando il mio mandato e lasciando un buon ricordo”.
Lei è di fronte a un passaggio strettissimo. Se dovesse dare delle percentuali, come le suddividerebbe tra la possibilità di andare avanti e il rischio di tornare a casa anzitempo?
“Non lo so. Dico solo che sono stanco“.