“Nel piano regionale di monitoraggio dell’aria venga data priorità assoluta a Punta Penna”. E’ trascorso oltre un mese da quando il Comune, al termine della conferenza di servizi convocata d’urgenza per affrontare l’allarme sostanze irritanti a Punta Penna, metteva nero su bianco la richiesta rivolta all’Arta, agenzia regionale di tutela dell’ambiente, e allo Iesp, istituto di epidemiologia e sanità pubblica.
I sintomi– A distanza di tre mesi dal primo allarme l’emergenza esalazioni urticanti non è finita. Anzi, non è stata neanche monitorata e studiata. “I lavoratori sono molto preoccupati”, dice Anna Suriani, assessore all’Ambiente del Comune di Vasto. Occhi rossi e bruciori: i sintomi delle irritazioni provocate dall’oscura sostanza presente nell’aria della zona industriale.
Il 15 febbraio il direttore tecnico del depuratore di Punta Penna, Elio Scurti, scriveva a cinque destinatari: il sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, il Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Pescara, l’Arta (agenzia regionale di tutela dell’ambiente), la Regione Abruzzo e la Provincia di Chieti: “I dipendenti (interni ed esterni attualmente operanti), che ovviamente manifestano disagio, disappunto e preoccupazione per la loro salute, costretti a subire una situazione che si protrae ormai da troppo tempo, sono stati dotati dei DIP”, dispositivi di protezione individuale, “tuttavia ciò non esclude che si proceda a predisporre le procedure di evacuazione dell’impianto a un eventuale acutizzarsi del fenomeno, come già realizzato in passato”.
Il Comune – “Due settimane fa – ricorda Anna Suriani – abbiamo convocato una nuova conferenza di servizi. La Regione non è venuta. Abbiamo formulato una serie di solleciti per chiedere monitoraggio e studio del fenomeno per capire l’origine delle emissioni irritanti e la loro natura. Il responsabile locale dell’Arta, Cocco, ha richiesto all’Arta regionale una stazione di rilievo per analizzare l’aria di Punta Penna. I lavoratori, non solo del Coniv ma anche di altre aziende, protestano perché sono molto preoccupati. La Regione dia loro una risposta in tempi rapidi per capire quanto sono pericolose queste sostanze e trovarne la causa per risolvere il problema”.