Lunedì, all’apertura del Consiglio comunale, non chiederò un minuto di silenzio per la scomparsa di Pietro Mennea. Sarebbe poco, troppo poco e con il rischio di chiuderla lì. Invece, fin da ora, chiedo al Presidente del Consiglio e al Sindaco della nostra amata città di pensare, tutti insieme, a come ricordare al meglio la figura di un grande campione dello sport e della vita. Pensiamo insieme se con una via, con una palestra, con un convegno, con un semplice prato dove si corre, ma gli esempi, i modelli, quelli veri, non possono passare invano.
L’ultima sfida, persa da Mennea, ha commosso tutti gli italiani, non solo gli amanti dello sport. Le parole del Capo dello Stato, onorato di averlo conosciuto, non sono state di circostanza. Le tante pagine dei quotidiani hanno esaltato l’immagine di un ragazzo che, da Barletta, con un fisico imbarazzante, neanche lontanamente accostabile a quello di un Bolt, è arrivato sulla vetta del mondo. Con la fatica quotidiana, con la tenacia, con la forza di volontà. Le Istituzioni di Vasto, e mi riferisco anche alle tante scuole presenti in città, ai diversi Dirigenti scolastici, hanno l’obbligo di riflettere sul messaggio che Mennea ha lasciato. Servirà ai ragazzi, a ogni singolo cittadino. In un contesto misero di esempi, in un’epoca così povera di personaggi da indicare a modello, sarebbe ingiusto lasciar passare questo finale come tanti altri finali. Se nelle scuole vastesi facessero leggere l’ultimo libro di Mennea: “La corsa non finisce mai”, avremmo studenti migliori. Non conta se con 6 o con 10 e lode. Migliori dentro.
Davide D’Alessandro
Consigliere comunale indipendente