Sono due ragazze come tante, ma diversamente dalle amiche hanno deciso di fare l’arbitro di calcio, sono loro i due direttori di gara donna della sezione Aia di Vasto. Giovanna Ucci, 17 anni di San Salvo, arbitro da due anni, frequenta il Liceo Scientifico nella sua città. Benedetta Bologna è di Carpineto Sinello, ha anche lei 17 anni, arbitro da circa un anno, studia al Liceo Pedagogico. Chiariamo subito, come bisogna chiamarvi? “Signor arbitro, al maschile” rispondono.
Perché avete scelto di fare l’arbitro di calcio?
Giovanna. Alcuni rappresentanti della sezione sono venuti a scuola per presentare i corsi e ho deciso di provare, ho scoperto che mi piaceva e ho continuato.
Benedetta. Anche io sono stata convinta dai rappresentanti che sono venuti a scuola, inoltre nella sezione c’era anche un mio amico di Carpineto e così mi sono convinta.
Qual è stata la prima partita che avere arbitrato e come è andata?
G. Casalbordino-Virtus Vasto, Giovanissimi provinciali, nel novembre 2011, c’era un diluvio universale. Mi tremavano le gambe, ho fatto cadere la palla per l’emozione, poi dopo l’inizio mi sono sciolta Nel secondo tempo sono andata meglio che nel primo, l’emozione mi bloccava.
B. Casalbordino-Aquilotti San Salvo, Giovanissimi provinciali, marzo 2012. Faceva caldissimo, ero molto agitata, non sapevo cosa fare, poi dopo il fischio d’inizio è andata sempre meglio.
Vi capita di arbitrare ragazzi che conoscete?
G. Alcuni compagni di classe pensavano di poter fare quello che volevano, invece li ho ammoniti, se non mi rispettano e non fanno quello che dico mi comporto sempre allo stesso modo. In campo sono Ucci, fuori Giovanna.
B. E’ capitato anche a me, mi sono comportata come sempre e se li conosco non mi fermo con loro a parlare prima della partita, faccio il riconoscimento e le solite cose come sempre e poi si va in campo.
Essere una donna vi ha creato qualche problema?
G. Durante il corso ero tranquilla, non mi facevano pesare di essere una donna, nemmeno durante le partite, non ho molti problemi, tanto il pubblico insulta tutti, cambia solo il genere e il tipo di insulto.
B. No, sia al corso che nelle partite non ho avuto problemi. Anzi, devo dire che i ragazzi quando vedono una donna arbitro si comportano meglio in campo, sono più rispettosi, ovviamente ci sono delle eccezioni, ma è così. A volte invece quando arrivo al campo qualcuno commenta: “Ecco abbiamo l’arbitro femmina”. Gli insulti ci sono per tutti, quello che mi dispiace è che a volte a offenderci siano le donne, le mamme e questo non è proprio il massimo, non è molto costruttivo ed educativo, loro dovrebbero dare l’esempio.
Cosa vi dà più fastidio?
G. Che si dica che una donna non sia in grado di fare l’arbitro di calcio.
B. Quando dicono: “Che ci vuoi fare, è una femmina, che ne vuole capire di calcio”.
Genitori e fidanzato come vivono questa vostra passione?
G. Mia madre all’inizio pensava che non sarebbe durata molto, mio padre invece mi incoraggiava e adesso mi segue spesso. Il mio ragazzo invece non è molto contento, è scettico, ma anche geloso, perché sia in campo che agli allenamenti ci sono tanti altri ragazzi.
B. Il bello è che mio padre ha giocato a calcio per tanti anni e con gli arbitri non è mai andato d’accordo, vi lascio immaginare quello che ha detto quando l’ha saputo, ma adesso mi dà dei consigli e mi accompagna. Il ragazzo invece non è d’accordo per gelosia, ma soprattutto perché non sopporta quando mi insultano, è molto protettivo.
Arbitrare vi limita in altri impegni?
G. Riesco a studiare e fare tutto il resto, è il mio interesse principale, lo faccio per passione, mi diverto e più sali di categoria e più ti piace.
B. Prende del tempo, faccio anche altro e conciliare tutto alcune volte è dura, ma se dovessi rinunciare a qualcosa non sarebbe mai l’arbitrare, mi piace troppo.
Quali sono i vostri obiettivi per il futuro?
G. Arrivare in alto è difficile, ma spero di arrivare al mio massimo, sia nel calcio che nel calcio a 5.
B. Dobbiamo arrivare tutti alla nostra Serie A, se hai passione è impossibile non andare avanti. Siamo penalizzate perchè siamo poche ragazze, ma questo non ci deve fermare.
Quali consigli volete dare ad una ragazza per convincerla a diventare arbitro?
G. C’è bisogno di ragazze, non possiamo essere noi le uniche in mezzo a tutti questi uomini. Le invito a provare e se poi non piace pazienza.
B. Dovete rivalutare questo sport, non è solo maschile, deve piacere e si deve avere interesse per il calcio, oltre a tanta passione, lo consiglio.
C’è qualcuno che volete ringraziare?
G. Il vice presidente dell’Aia di Vasto, Mario D’Adamo che ci allena e ci dà sempre dei consigli molto utili, il responsabile del corso arbitri Roberto Celenza che ci ha insegnato, il presidente dell’Aia di Vasto Nicola Molino e tutta la sezione, ma soprattutto mio padre Nicola che mi accompagna sempre.
B. Anche io ringrazio Mario D’Adamo, anche se ci chiama “le sgallettelle”, per i consigli tattici e gli allenamenti, ci tratta tutti come figli. Grazie anche a Roberto Celenza, a tutta la sezione e a papà Domenico mio grande sostenitore.