“Il dottor Pelliccia, consulente della Procura di Vasto, ha affermato che era regolare l’affidamento diretto degli appalti stipulati dal Comune di Fresagrandinaria riguardo ai controlli eseguiti sulla Trignina con l’autovelox”. Lo afferma l’avvocato Giovanni Cerella, che difende il sindaco del piccolo comune del Vastese, Giovanni Di Stefano, nel maxi processo scaturito dall’inchiesta Autovelox selvaggio, condotta dalla Procura di Vasto e dai carabinieri della Compagnia di Atessa riguardo all’utilizzo delle apparecchiature sulla Trignina, la strada che collega Abruzzo, Molise e Campania. Quindici gli imputati, 272 le parti civili (gli automobilisti che si ritengono ingiustamente multati e che intendono chiedere il risarcimento danni), mentre in totale saranno chiamate a testimoniare dinanzi al Tribunale collegiale 400 persone.
“Nell’udienza di ieri, tenutasi dinanzi al Tribunale collegiale di Vasto, l’esperto nominato dalla Procura ha affermato che è regolare la procedura posta in essere dal Comune di Fresagrandinaria: l’amministrazione comunale – spiega Cerella – ha assegnato il servizio autovelox tramite affidamento diretto” all’impresa che lo ha eseguito negli anni scorsi, “senza espletare dunque la gara d’appalto”.
La battaglia legale entra nel vivo. La magistratura vastese vuole stringere i tempi, visto che il processo è in corso da circa un anno. Nella prossima udienza, fissata per il 9 luglio, in aula sfileranno uno a uno i testimoni.
Gli imputati – Quindici le persone a giudizio: Maurizio Antonini, 43 anni, ex sindaco di Fresagrandinaria, Giovanni Di Stefano, 51, sindaco di Fresagrandinaria, il figlio Nicola, 36, Carlo Moro, 50, sindaco di Lentella, Leandro Di Lallo, 53, ex sindaco di Lentella, Giuseppe Besca, 48, Antonio Marchesani, 54, comandante della polizia municipale di Cupello, gli agenti municipali Giuseppe Cavallone, 54, di Fresagrandinaria, Domenico Profeta, 53, di Cupello, Gianfranco Caravaggio, 44, di Lentella, Giosuè Forgione, 59, di Cupello, Michele Di Dia, 55, di Trivento, Giovanni Giammichele, 38 anni, ex sindaco di Dogliola, e i tecnici Nicolino Di Giuseppe e Pierluca Di Giuseppe.
Le accuse – Gli imputati devono rispondere a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, peculato, abuso in atti d’ufficio e violazione dell’articolo 97 della Costituzione , che stabilisce il principio di imparzialità della pubblica amministrazione.