Arrivò in ospedale in preda a un mal di testa fortissimo, che non le dava pace. Era il 29 settembre 2005. I primi accertamenti all’ospedale San Pio da Pietrelcina di Vasto esclusero malattie gravi. La ragazzina, 13 anni, fu dimessa. Ma, una volta tornata a casa, il dolore non passò. Anzi, aumentò sempre di più. Fu ricoverata di nuovo, ma la situazione precipitò. C.D.T. morì nella notte del 5 ottobre a causa di una meningite batterica.
La famiglia chiede giustizia. Inizialmente la magistratura indagò su 14 medici, otto dei quali furono prosciolti. Altri sei sono a giudizio dal 2 luglio 2010. E’ in corso presso il Tribunale di Vasto il processo finalizzato a fare piena luce sull’accaduto e ad accertare eventuali responsabilità. In aula sfilano i testimoni. La scorsa settimana è stato ascoltato un solo teste. La prossima udienza si terrà il 15 aprile.
La vicenda – La ragazzina era stata ricoverata in ospedale a Vasto il 29 settembre 2005 in preda a forti dolori di testa e, subito sottoposta a consulenza oculistica e neurologica, era migliorata dopo la somministrazione di un antidolorifico. La tac e la risonanza magnetica, eseguite tra 29 e 30 settembre, pare non avessero evidenziato vistosi problemi. Ma alle 4 di notte, purtroppo, la situazione era precipitata dopo un arresto cardiocircolatorio. Nonostante tre quarti d’ora di massaggio cardiaco, la paziente non si era piu’ ripresa a causa di una prolungata anossia che ne ha, di fatto, provocato la morte cerebrale. La notte del 5 ottobre, poco prima dell’una, sono state staccate le macchine che ancora tenevano in vita la ragazzina e non e’ stato possibile l’espianto degli organi, come la famiglia, benche’ distrutta dal dolore, avrebbe voluto.