È con profonda gratitudine al Signore, con gioia grande e commozione intensa che tutti noi abbiamo appreso dell’elezione a Vescovo di Roma dell’Arcivescovo di Buenos Aires, il Card. Jorge Mario Bergoglio, gesuita, che ha scelto il nome del Poverello di Assisi e Patrono d’Italia, Francesco. Già questo nome è un programma, che rinvia a uno stile di vita semplice, povero, vicino ai poveri, segnato dall’amore alla gente e centrato sull’essenziale della fede e della carità.
Francesco I ha voluto presentarsi sin dal primo momento per quello che è dal punto di vista teologicamente più corretto: il Vescovo della Chiesa di Roma, che per disegno divino presiede nella carità a tutte le Chiese del mondo. Bellissimo e perfino toccante questo suo insistere sul rapporto con la Chiesa locale di cui Dio lo ha voluto vescovo! Non di meno e inseparabile da questo è lo sguardo che viene su di lui dall’orizzonte del mondo intero: è il primo Successore di Pietro che viene dall’America Latina, il continente col più alto numero di cattolici, ma anche con situazioni drammatiche di povertà e di disuguaglianza.
Tutto ciò fa sperare fondatamente in un ministero di Papa Francesco fecondo per la causa di Dio in questo mondo, per la pace e la giustizia fra gli uomini, per un rinnovato slancio dell’impegno di evangelizzazione, per un nuovo impulso all’ecumenismo e al dialogo fra le religioni e fra chi crede e chi non ha il dono della fede. Invito tutti a rendere grazie al Signore per questo meraviglioso dono e a pregare per il nuovo Vescovo di Roma con tanta fede e grande amore. Dio doni lunga vita e fruttuosa azione pastorale a Francesco I, secondo il cuore di Cristo e la gioia del Vangelo.
+ Bruno Forte
Arcivescovo Chieti-Vasto