L’arbitro vastese Marco Messina debutta questa sera a 37 anni nella serie A1 del calcio a 5, la partita è Asti-Verona, si gioca alle 20.00. Dopo una lunga gavetta iniziata nel calcio tradizionale, quello a 11, nel 1991 a 16 anni, è passato al calcetto nella stagione 2005/2006 nella quale è ormai da 7 anni, scalando le varie categorie, con alle spalle un centinaio di gare arbitrate, fino ad arrivare al vertice, sul palcoscenico più prestigioso. Ennesimo riconoscimento per la sezione Aia di Vasto, che dopo Angelo Giancola, può vantare un altro direttore di gara nella massima serie.
Come mai hai scelto il calcio a 5?
Dopo aver arbitrato fino ai play off in Eccellenza nel calcio tradizionale le opportunità erano limitate, eravamo in tanti, i posti pochi e bisogna anche essere fortunati per salire di categoria. Ora le regole sono cambiate, ma prima in tutta la regione passavano 2-3 arbitri. Così ho iniziato nel calcio a 5, seguitissimo in Abruzzo, Lazio e Veneto, dove ci sono le squadre più forti d’Italia. Ho scoperto che mi piaceva molto, sono stato prima in regione per tre anni nella C1, poi sono passato nelle categorie superiori, avevo 30 anni ed è stata la svolta.
Quali sono le differenze con il calcio a 11?
L’arbitrare è una diretta conseguenza del calcio a 11, te lo porti dietro sempre, così come i rapporti sono gli stessi, con il pubblico, i giocatori e i dirigenti. Una delle differenze che si nota maggiormente è che giocando in strutture chiuse si sente di più il pubblico e al sud è solitamente molto rumoroso. Tecnicamente il modo di arbitrare cambia perché siamo in due, in due parti del campo con un cronometrista e si svolge sulla linea laterale, non entriamo in campo.
Hai incontrato delle difficoltà nel cambio?
All’inizio quando sono passato al calcio a 5 la voglia era inferiore, dopo tanti anni era una situazione pesante da sopportare, però poi ho ritrovato gli stimoli, mi piaceva tanto come sport e come arbitro ho cercato di acquisire il più possibile, tutte le informazioni tattiche per arrivare al massimo livello.
Adesso finalmente debutterai in A1.
E’ un grande traguardo, sono felicissimo, faccio parte della categoria nazionale e sono anche molto contento per la sezione Aia di Vasto che se lo merita. Voglio segnalare anche Viviana Pennese e Nicolangelo Spagnoli che si stanno ben comportando in B, nelle categorie nazionali, mentre a breve debutterà in A2 Lorenzo Di Guilmi. Tutti della nostra sezione.
Quale consiglio vuoi dare ad un ragazzo che inizia ad arbitrare?
L’arbitraggio è una grande famiglia, è da provare, indipendentemente dalla categoria, l’importante è iniziare per puro piacere, poi si può fare la scelta, è un’altra tipologia di sport.
A chi dedichi questo esordio?
Alla sezione di Vasto, sono cresciuto lì e mi hanno aiutato tanto, devo dire grazie ai sacrifici che hanno fatto i colleghi più anziani e i dirigenti. E’ una grande sezione non è un caso che siano usciti tanti arbitri bravi, siamo sempre stati molto uniti. Grazie anche alla mia famiglia che è sempre stata per me un grande supporto morale. Una dedica speciale la faccio a mia moglie Romina e alla mia piccola Giorgia per la pazienza di questi anni.