Due piste diverse. Non sono accomunabili le due esplosioni che nel giro di poco più di un mese hanno fatto tremare i residenti di via Ciccarone e del quartiere attorno allo stadio Aragona di Vasto. “Sono episodi totalmente differenti”, afferma il capitano Giancarlo Vitiello, comandante della Compagnia dei carabinieri.
Da un lato una molotov, una bottiglia incendiaria che ha bruciato l’ingresso gli interni di una pizzeria di via Ciccarone, dall’altro una bomba carta. Modalità differenti e, molto probabilmente, autori diversi per i due atti intimidatori avvenuti entrambi in pieno centro abitato, ma in quartieri diversi.
Le indagini sull’esplosione con scritta intimidatoria avvenuta in via Tronto giovedì all’una di notte, partono dalla pista sentimentale. “Potrebbe trattarsi di questioni di cuore”, ha detto Vitiello nelle ore immediatamente successive alla deflagrazione dell’ordigno davanti al portone del palazzo che si trova al numero civico 20. Ai residenti ora tocca affrontare le spese per la riparazione dei vetri frantumati dall’onda d’urto. “Il botto si è sentito fino alla zona del cimitero”, racconta un lettore di ZonaLocale.it.
I militari cercano testimoni oculari e vogliono capire chi possa nutrire tanto odio nei confronti del giovane preso platealmente di mira con l’attentato due notti fa. La vittima, A.M., trent’anni, non ha saputo individuare uno o più sospettati di un atto che, al momento, sembra una ritorsione personale. Le uniche prove raccolte dagli investigatori sono i frammenti della bomba carta, oltre alle foto della scritta verniciata sopra al citofono. “Siamo in una fase delle indagini in cui non possiamo escludere nessuna ipotesi”, spiega Vitiello. “Al momento, non siamo in possesso di indizi risolutivi, ma stiamo lavorando per risalire al responsabile”.