Linda Ialacci è una donna che guida una squadra di uomini, attualmente sulla panchina degli Amici del Basket San Salvo, nel campionato di Serie D, ma è stata tra le prime in Italia ad allenare nella pallacanestro maschile e con buonissimi risultati. Nel suo palmares tante vittorie, anche nel basket femminile. Linda si è formata nella Pgs Basket di Vasto, ha allenato nella A1 e A2 femminile, ha conquistato campionati, Coppe di Lega e la rosa d’argento, il premio come miglior allenatore d’Abruzzo.
Perché hai iniziato la tua carriera allenando gli uomini? Era una scelta inusuale per l’epoca.
Ho iniziato dalle giovanili ai Salesiani con Pasquale Granata, c’erano solo gruppi maschili, poi ho allenato anche le ragazze quando sono nate le squadre femminili. Ero agli albori, gli amici erano preoccupati, mi dicevano che quello dell’allenatore era un brutto mestiere, di essere forte, il pubblico è sempre molto severo, tutti pensano di conoscerti perché ti vedono lì, sono come dei giudici. Poi però qualche soddisfazione me la sono tolta uscendo tra gli applausi in vari palazzetti d’Italia. Oltre a rispettarmi adesso si preoccupano anche. Però rispetto a quando ho iniziato il numero di donne che allenano nelle squadre maschili non è aumentato di molto, la situazione è rimasta quasi al stessa.
Preferisci allenare gli uomini o le donne? E quali differenze ci sono?
Gli uomini, anche se una volta che conquisti un gruppo è uguale, tutti si sacrificano e danno il massimo. Le donne sono di sicuro meno pagate rispetto agli uomini e tra loro c’è qualche gelosia in più, magari per il fidanzato più bello, gli uomini invece si vantano delle loro conquiste. Inoltre la carriera di una donna è sempre condizionata anche dalla maternità e da altri fattori che negli uomini non incidono, come il matrimonio. Le donne sono più disposte a sopportare, dipende anche dal carattere, noi ci arrangiamo e ci adattiamo di più.
C’è diffidenza nel basket nei confronti delle donne?
Sì, soprattutto tra i colleghi, poi però quando vedono che giochi bene, che sai fare il tuo lavoro si ricredono, mi fanno anche qualche complimento e ci sono anche quelli che mi chiamano per avere qualche consiglio. Anche i giocatori, capiscono che sono una di loro e non ci fanno più caso, c’è grande rispetto reciproco, come un professore a scuola, se è bravo non pensi più se è uomo o donna, basta che sia valido. Quando facevo i corsi per diventare allenatore c’era molto maschilismo. Anche il pubblico quando vede una donna la becca parecchio, forse perché non capita sempre e si nota di più, anche se ultimamente accade meno rispetto a prima.
Essere una donna ha influito in qualche modo nella tua carriera?
Ad alto livello purtroppo sì, in negativo. Quando ho allenato in serie A femminile sono passata alla nazionale sperimentale, all’improvviso sono arrivate altre persone e sono stata messa da parte, non solo perché sono una donna, ma anche per via delle raccomandazioni. Ma sia chiaro non mi interessa ricoprire un incarico per pubblicità, come è accaduto qualche anno fa con Carolina Morace che allenò per un breve periodo una squadra maschile di Serie C, fu usata per pubblicità. Penso che sia meglio occupare una posizione per le proprie capacità e competenze.
Come sta andando il campionato degli Amici del Basket San Salvo?
Non me l’aspettavo così, ci sono squadre di Serie D che hanno rinforzato i propri organici, il mercato era aperto fino al 28 febbraio, hanno avuto tutto il tempo per fare acquisti. Così sono arrivati giocatori di C e anche di B che hanno deciso di avvicinarsi a casa, il livello di difficoltà è aumentato. Noi abbiamo avuto anche qualche problema di troppo con gli infortuni, abbiamo perso due grandi lottatori e trascinatori come Celenza e Di Rosso. Nonostante tutto siamo lì e lotteremo fino alla fine.
C’è qualcosa che non rifaresti in questa stagione?
Tre giorni prima dell’inizio del campionato ci avevano proposto di fare la Serie C2, ma abbiamo rifiutato, con il senno di poi accetterei, le prime 8 di serie D sono allo stesso livello delle squadre di quel campionato, avremmo fatto la nostra figura. Ma è andata così, ora lavoriamo sui giovani e poniamo le basi per il futuro, stiamo seminando, io mi sento più insegnante e istruttrice, poi un giorno raccoglieremo i frutti di questo lavoro. Mi dispiace per il presidente Antenucci, ma ci rifaremo.
Il progetto della squadra e del settore giovanile come procede?
Abbiamo avuto degli ottimi riscontri dall’under 14, dalla femminile, il nostro settore giovanile va forte, e poi la gente viene a vederci al palazzetto, è pieno, c’è entusiasmo, vedono che cerchiamo sempre di dare il massimo, apprezzano il nostro sforzo, ci fa molto piacere, vogliamo ricambiare tutto questo affetto prima possibile con i risultati a partire dalla prossima partita. C’è molta richiesta, organizzeremo altre iniziative relative al minibasket. Ricordiamoci che in meno di un anno siamo arrivati ad avere 130 ragazzi in squadra, non è una cosa da poco e oltre 200 persone in totale. Anche se quando la gente grida “San Salvo”, mi fa ancora un certo effetto visto che sono di Vasto, ma è bello così.