“Il mio sogno è andare a Singapore per occuparmi di economia ecologica”. Martina Valentini, 19 anni, è una studentessa al quinto anno del Liceo scientifico tecnologico Mattei di Vasto. Ha due passioni: la musica e l’ambiente.
Perché vuoi andare proprio a Singapore?
Perché è il centro principale in cui si sta sviluppando questo approccio economico finalizzato alla tutela dell’ambiente e a perpetuare l’umanità tenendo conto dell’aspetto ambientale. Ma vorrei portare avanti anche il mio progetto di cantautrice. Scrivo canzoni da quando avevo 12 anni.
Parliamo intanto del tuo primo progetto. Quale percorso intendi seguire?
Inizierò studiando economia e finanza all’Università di Milano, la città dove sono nata. Finita l’Università, mi piacerebbe andare a Singapore. Ma esistono attività interessanti anche in Australia e in America, dove si stanno impegnando nella salvaguardia della barriera corallina. Purtroppo, in Italia non c’è nulla nell’ambito dell’economia ecologica. Ci sono troppi interessi. La mia passione per l’ambiente è iniziata un po’ a scuola, un po’ a casa: i miei genitori sono abbastanza sensibili verso queste problematiche. E poi mi sono documentata attraverso la lettura. Sensibilizzare le persone verso un problema del genere è difficile. Molti pensano solo al denaro. Invece è importantissima la connessione tra finanza, economia ed ecologia.
A Vasto si discute spesso della questione ambientale: centrali a biomasse e pozzi di petrolio in mare, ad esempio. Tu che ne pensi?
Non sono d’accordo con chi vuole realizzare questi impianti. Di questo passo, l’ambiente verrà deteriorato. Perché mandare in frantumi quel poco che abbiamo? Se continuiamo a inquinare con questo ritmo, avremo bisogno di tre pianeti terra.
L’altra tua passione è la musica. Quante canzoni hai scritto?
Parecchie. Una trentina, venti delle quali potrebbero essere interessanti dal punto di vista discografico. Sono legata a tutte le mie canzoni, mi ricordano sempre qualcosa. In particolare L’Ape Regina, con cui due anni fa ho vinto il concorso Due note a Vasto. E’ una canzone contro i totalitarismi, le prese di potere e le persone che usano il potere in modo distorto. E’ una canzone contro le dittature: l’ape regina, infatti, è il dittatore.
A proposito di potere e di chi lo detiene, hai votato alle ultime elezioni politiche?
Sì. E’ stato il primo voto. E’ un momento difficile per l’Italia, ma io penso che si debba sempre andare a votare perché il meno peggio c’è sempre.
Riuscirai a conciliare lo studio col sogno di andare a Singapore e con la passione per la musica?
Continuerò a studiare canto e chitarra. Suono con Francesco Valente, che è un piccolo genio musicale.
Vasto è diventata di nuovo una terra di emigranti. Col passare dei mesi, sempre più giovani partono per cercare lavoro altrove, spesso all’estero. Stiamo diventando un paese per vecchi?
Molti cervelli vanno via e bisogna chiedersi perché tutto questo avviene. Vasto si sta spegnendo. Penso a tutti quei terreni su cui si è costruito, invece di fare subito il Parco della Costa teatina, che aprirebbe un mondo nuovo. La responsabilità non è solo dei politici, ma anche degli imprenditori e dei cittadini. Anche nel campo musicale si potrebbe fare tanto. Ad esempio, sarebbe bello un Primo Maggio con iniziative. Si potrebbe fare senza neanche spendere tanto.
Oggi è l’8 marzo. La Festa della donna ha ancora un senso?
Sono abbastanza femminista. La parità tra i sessi non c’è ancora. Ad esempio, questa scuola ha partecipato con un suo studente a un concorso nazionale di informatica, che però era riservato a soli uomini. Anche nella musica ci sono poche cantautrici e nel lavoro la maternità diventa un problema. La Festa della donna spesso assume un significato solo economico per chi ne trae vantaggio. Ma serve ogni tanto ricordare quante donne sono sottomesse. E poi ci vorrebbe anche una festa dell’uomo.