La pista che gli investigatori seguono nelle prime ore delle indagini è quella dei futili motivi. Del dispetto. Della ritorsione personale. “E’ stata una bomba carta”, dice il capitano Giancarlo Vitiello, comandante dei carabinieri di Vasto, riferendosi all’esplosione che stanotte ha fatto sobbalzare i residenti del centro storico. Il boato provocato attorno all’una dall’ordigno scoppiato davanti al portone di un palazzo di via Trento, vicino allo stadio Aragona, è l’ennesimo episodio inquietante nella città antica, dove tra bombe carta, furti, scippi e rapine l’autunno e l’inverno sono stati caldissimi.
“Sei morto. O’ milanese”: è la scritta vergata con la vernice nera che l’autore (o gli autori) dell’atto intimidatorio ha lasciato vicino al portone dell’edificio. Destinatario del messaggio minatorio è A.M., trentenne che vive in un alloggio di quello stabile, al numero civico 20. Stamani, all’arrivo dei militari, lui e il padre avevano i volti sbiancati dalla paura. “Il giovane, che è incensurato e per questo chiedo il rispetto della privacy sul suo nome, ci ha detto che non ha sospetti, né ha ricevuto minacce”, spiega Vitiello. Gli investigatori non parlano di attentato vero e proprio. “Stiamo cercando di capire i motivi. Potrebbe essersi trattato di questioni di cuore ma, al momento, è presto per dirlo. E’ probabile si tratti di motivi non gravi”.