A urne chiuse e risultati acquisiti è il momento delle analisi e dei commenti. Camillo D’Amico, capogruppo in consiglio provinciale del Partito Democratico, è molto duro nel suo commento. “l risultati delle recenti elezioni politiche non entusiasmano affatto -dice D’Amico -. I soliti sondaggi ci davano vincenti ma quello vero delle urne ci ha visti vincenti per un soffio e con numeri largamente insufficienti per governare l’Italia nei prossimi cinque anni.
E’ necessario adesso fare una profonda e realistica analisi delle cause di una mezza sconfitta elettorale che colloca il PD, a livello nazionale, quale secondo partito e, in Abruzzo, addirittura terzo”. L’esponente del Partito Democratico guarda anche a quelli che saranno i prossimi appuntamenti elettorali, indicando anche quali sono state secondo lui le cause di questo risultato.
“Con le attuali percentuali immaginare di vincere le elezioni regionali di fine anno è da sognatori incalliti. Troppe le leggerezze comportamentali che si sono verificate unitamente ad atteggiamenti di sufficienza ed autoreferenzialità che hanno irritato il nostro naturale bacino elettorale. Il PD è nato sull’onda storica di due grandi partiti di massa e popolari che facevano della loro presenza tra la gente e nel radicamento territoriale i punti di forza.
In questa campagna elettorale – è la dura presa di posizione di D’Amico – questi valori ai più sono apparsi smarriti: troppa rincorsa alla presenza mediatica, alcuni eccessi di spesa incontrollata di taluni che hanno promosso più la propria immagine che quella del PD a suon di concerti, grandi eventi, mega segreterie organizzative, macchine con autista ed altro ancora, nessuna vera presenza tra la gente e nel territorio, aver parlato un linguaggio dai contenuti lontani dagli interessi veri e concreti dei cittadini. Queste le principali cause della mezza vittoria unitamente alla troppa spesa eccessiva ed incontrollata a dispetto di un rigore etico, morale e materiale più consono alle grandi difficoltà economiche e sociali correnti”. E’ una netta presa di posizione nei confronti della segreteria regionale, che ha coordinato la campagna elettorale, e dei comitati che si sono organizzati nelle scorse settimane.
Il PD avrebbe dovuto tenere un atteggiamento sobrio e concreto più attento ai bisogni ed alle esigenze di quella parte dell’elettorato a noi storicamente più vicino oggi in sofferenza: il ceto medio fatto di operai, impiegati, insegnanti, commercianti, artigiani, piccola impresa ma anche giovani, disoccupati, anziani ed emarginati”. Argomenti che evidentemente non sono stati affrontati fino in fondo nelle settimane precedenti alle elezioni se, a due giorni dal voto, un dirigente del partito lancia un attacco così duro. Se il risultato ha lasciato molta amarezza, l’affondo di D’Amico è espressione di un certo malcontento per come stonos tate gestite le cose che dovrà certamente essere tenuto in considerazione dal segretario regionale Paolucci.