L’ufficialità della notizia arriva a notte fonda. Il Partito Democratico conquista la vittoria alla Camera dei Deputati e ottiene il premio di maggioranza, che gli consentirà di avere 340 seggi. In base a questa assegnazione in Abruzzo il Pd ottiene sei onorevoli. La quarta in lista, dopo la brillante affermazione delle primarie, è Maria Amato, che ottiene quindi uno scranno a Montecitorio.
Un risultato rimasto in bilico fino alla fine dopo che il recupero del centrodestra e il risultato del Movimento 5 Stelle, avevano creato più di qualche preoccupazione tra gli addetti ai lavori. L’elezione della dottoressa Amato, data per certa fin dal giorno dopo le primarie, era rimasta così in sospeso. “Spero di poter dare un contributo importante per quelle che sono le mie competenze specifiche, cioè le politiche sanitarie”, aveva detto alla vigilia della competizione elettorale.
Con tutte le problematiche vissute dalla sanità abruzzese e in particolare da quella del Vastese, con tagli, chiusure di strutture, un nuovo ospedale di cui si parla tanto senza arrivare a risultati concreti, l’auspicio del territorio è quello di poter far sentire la propria voce nell’interesse di tutti i cittadini.
Candidandosi alle primarie del Pd Maria Amato aveva indicato i suoi punti-chiave, che riproponiamo. “Io devo essere credibile per quello che so fare, quindi certamente la sanità è l’argomento principale da affrontare. Poi certamente le politiche del lavoro portate avanti dal partito sono un argomento da tenere in considerazione, così come il sociale, la scuola, i servizi.
Sono i fattori che disegnano la demografia di un territorio. In questi ultimi anni abbiamo visto la fuga dalle periferie verso le metropoli. Per anni in Abruzzo si è stati impegnati a dare servizi alle comunità montane e ora si tolgono senza scelte ponderate e che rivelano precise intenzioni, con il risultato che le zone montane si svuotano. Ecco, uno dei punti su cui sento di potermi impegnare è quello di colmare la differenza di velocità delle tre macro-aree regionali: la metropoli Chieti-Pescara, la costa e la montagna. Vanno a tre velocità diverse, è innegabile. Ma noi dobbiamo riportare uno stato di diritto in tutto il territorio“.