E’ negli indumenti e nella biancheria trovati sulla scena del crimine la verità dell’omicidio di Michela Strever. Le impronte dell’assassino si trovano lì, secondo gli investigatori. In corso gli accertamenti tecnici irripetibili del Ris, reparto investigativo scientifico di Roma.
I carabinieri specializzati nelle analisi di laboratorio sono a caccia del dna dell’omicida. Sangue, sudore. Tracce biologiche che possano imprimere una svolta all’inchiesta coordinata dalla Procura di Vasto.
Dallo scorso mese di gennaio è indagato il fratello della 73enne, Antonio Strever che, attraverso il suo avvocato, Arnaldo Tascione, si dichiara “estraneo ai fatti”.
“In merito agli accertamenti tecnici irripetibili, che dovrebbero essere completati a breve – dice il legale – abbiamo nominato due periti di nostra fiducia: l’anatomopatologo Cristian D’Ovidio e un genetista che collabora con lui”.
Rimane il mistero. Il responso del Ris potrebbe imprimere un colpo d’acceleratore alle indagini. E’ quello che sperano gli inquirenti.