Spett.le Redazione,
noto un certo fervore nelle ultime settimane circa la campagna elettorale e le visioni di sviluppo di questo territorio. Non ho mai nascosto la mia più ferma contrarietà a progetti come centrali biomasse, impianti di rigenerazione di acidi, ampliamento del porto. Penso che chi vede in questi progetti potenzialità di sviluppo positivo del territorio abbia una visione molto povera dell’economia e delle capacità di svilupparla.
A tal proposito ho sempre creduto che fare impresa, turismo, ambiente, possono coesistere e creare sistema. Non questo tipo di impresa, che farà arricchire pochi e distruggerà tanti altri in salute ed economia. Penso invece che bisognerebbe riprendere in auge le vere potenzialità dell’istituzione del Parco della Costa Teatina o Costa dei Trabocchi, creare intorno ad esso un territorio evoluto in infrastrutture, recettività , prodotti di grande qualità .
Un sistema dove l’imprenditore agricolo parla e lavora con l’albergatore, dove l’impresa fa del parco un suo punto di forza e non vedere in esso un nemico ostativo. L’esempio di un imprenditore come Brunello Cucinelli che ha fatto della qualità del prodotto e di una filosofia di vita legata al concetto di bello nel territorio dove si vive è qualcosa che entusiasma ed è vincente sui mercati mondiali.
Se a tutto ciò aggiungiamo la possibilità di creare una sinergia con un ateneo universitario del nord Europa portando qui corpo docente e alunni, dove il comune riorganizza la città in servizi e trasporti, dove la stessa amministrazione comunale censisce immobili da poter rivolgere agli utenti, creando una classificazione e indicando ai proprietari canoni di affitto sgravandoli da tasse come TARSU o IMU. Dove a questo si offre una struttura in concessione gratuita ma con personale locale.
Pensate che non si possa fare? Io penso di si e penso che ci siano anche fondi comunitari per l’attuazione di progetti simili. Perché un ateneo nord europeo? Perché lì hanno un gran problema legato a fattori climatici e spesso adottano strategie per salvaguardare le popolazioni da processi di cause-effetto su queste. Non è un caso che molti pensionati scandinavi passano dai 6 agli 8 mesi all’anno in paesi come la Spagna e le Isole Canarie.
Volete che dei giovani danesi, norvegesi, finlandesi, non siano entusiasti di venire da queste parti a trascorrere il loro corso di studi? E pensiamo a che riflessi possa avere una cosa del genere in termini di promozione indiretta del territorio se curato e protetto bene. Penso che quest’ultimo punto possa risolvere non solo un pò di problemi di occupazione ma anche e soprattutto un certo degrado socio-culturale che da tempo persiste in zona e che permette la penetrazione di aspetti malavitosi. Li dove non c’è cultura e sensibilità verso la propria terra è più semplice che ci siano delinquenza e malaffare.
Penso che se la politica vuole può dare un indirizzo diverso e fruttuoso a questa realtà costiera, dare il territorio in pasto a multinazionali e imprese dal dubbio futuro sia una strada semplice che in apparenza sembra poter risolvere i problemi ma in realtà a medio termine saranno solo strumenti di corrosione del territorio senza alcun beneficio reale.
Settimane addietro ho avuto il piacere di assistere ad un incontro dove presiedevano Yoram Gutgeld (noto economista di fama internazionale) e il sindaco di Pollica (SA) ecco vedere come due menti si ritrovavano in un concetto di sviluppo diverso dove al centro del sistema c’era la qualità della vita del cittadino tutelando salute e ambiente è stato qualcosa di elettrizzante.
Pensate a Pollica ci sono riusciti a Vasto siamo invece incapaci di pensarle certe cose. Qui si pensa all’inceneritore quando nel mondo esistono impianti dove i nostri rifiuti organici li fanno diventare energia pulita (vedete in Irlanda).
E comunque penso che anche in Abruzzo ci sono realtà da stimare e allego a questa mia riflessione un articolo di Affari Italiani sulla Green Economy e le imprese Abruzzesi (clicca qui per leggerlo) che vanno in quella direzione ossia la direzione dell’economia del futuro.
Cito una terzina del sommo poeta Dante Alighieri che racchiude un po’ quello che ho detto e che dovrebbe essere una sorta di live motive di ogni uno di noi:
Considerate la vostra semenza,
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e conoscenza.
Ossia viviamo per migliorare l’umanità e non per lasciare un segno di distruzione dell’uomo e della terra che lo ospita.
Fabrizio Di Mascio