Una diffida che annuncia “la richiesta di risarcimento danni, che riguarderà oltre alla perdita di finanziamento anche il mancato guadagno pari a 20 milioni di euro”. L’ha inviata alla Regione Abruzzo la società Puccioni spa, che contesta le lungaggini burocratiche riguardanti il progetto Recogen, l’impianto di rigenerazione dell’acido cloridrico che l’azienda vuole realizzare nella zona industriale di Punta Penna.
E’ tira e molla con gli ambientalisti, che si oppongono al nuovo insediamento e pongono a Puccioni dieci domande sull’impatto ambientale di Recogen, che sorgerebbe nelle vicinanze della spiaggia di Punta Penna, dove inizia la riserva naturale di Punta Aderci.
La società, da decenni proprietaria nella stessa zona di un’industria produttrice di concimi chimici, ricorda di aver vinto il “bando europeo Eco innovation Call 2010 con finanziamento a fondo perduto di 800mila euro del progetto Recogen, un impianto di riciclaggio totale (recupero) di un rifiuto (soluzione contenente acido cloridrico), invece di avviarlo allo smaltimento, determinando un evidente vantaggio per l’ambiente. L’impianto, da realizzarsi all’interno di un opificio già esistente in zona industriale”, la fabbrica di concimi, “è ad emissioni zero”. L’erogazione dei fondi europei era condizionata “all’inizio lavori entro il primo giugno 2012, prorogabile per una sola volta di sei mesi. Successivamente – sottolinea Stefania Bracaglia, avvocato di Puccioni – si è verificata una perdita di circa 280mila euro al mese”.
Nella procedura finalizzata a valutare l’impatto ambientale del nuovo impianto, “tutti gli Enti si sono espressi favorevolmente, compresa la Asl con un parere sanitario favorevole, mentre il Comune di Vasto ha inviato ulteriore parere negativo a firma dell’ufficio ambiente. In base alla legge di riferimento (decreto legislativo numero 152 del 2006 con richiamo al regio decreto numero 1265 del 1934), le prescrizioni sanitarie a tutela della salute pubblica sono del sindaco e attengono a poteri solo del sindaco.
In questo caso – sottolinea il legale della società – la Asl si è pronunciata favorevolmente. A questo punto, essendosi tutte le autorità espresse favorevolmente ad eccezione del sindaco, nonostante quest’ultimo sia stato messo più volte nella possibilità di pronunciarsi, non si comprende come la Regione possa richiedere ri-pronunce e con quali regole normative. Esiste una giurisprudenza costante affermante che l’Aia”, autorizzazione integrata ambientale, “è legittima anche se mancano le prescrizioni del sindaco, purché siano trascorsi almeno 60 giorni dalla domanda che – precisa Bracaglia – è stata presentata dalla Puccioni 18 Aprile 2011”.