Dieci domande alla Puccioni spa, l’azienda che a Punta Penna produce concimi chimici e vuole realizzare un impianto per la rigenerazione dell’acido cloridrico. Le ha formulate il Comitato cittadino per la tutela del territorio di Vasto.
Le dieci domande – RECOGEN consiste in un “… impianto per la rigenerazione di Acido Cloridrico a partire da acque di decapaggio costituite da rifiuti pericolosi …” che “… tratterà un quantitativo di rifiuti pari a 2 ton/ora per un totale di 48 ton/giorno.” e che oltre alla lavorazione del rifiuto pericoloso CER 11.01.05 ne produrrà altri, solfati di zinco e di ferro, da riutilizzare “… come materie prime per la produzione di fertilizzanti.”. RECOGEN si troverà all’interno dell’Area di Protezione Esterna della Riserva regionale di “Punta Aderci”, a pochi metri dal Sito di Interesse Comunitario (SIC) IT 7140108, incluso nell’istituendo Parco della Costa Teatina nonché adiacente ad Aree Archeologiche e Paesaggistiche tutelate.
1 Non ritiene che il nuovo Impianto possa pregiudicare i riconosciuti valori ambientali e, quindi, nuocere al turismo del Vastese?
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Per RECOGEN si utilizzerà, come materia prima, sia il richiamato rifiuto pericoloso che l’acido solforico.
2 Da dove verranno e come saranno stoccate dette sostanze?
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L’impianto prevede la costruzione di tanti altri serbatoi, che si aggiungeranno a quelli già esistenti. E’ ipotizzabile un aumento del rischio connesso con eventi accidentali diversi, quali la perdita improvvisa di contenuto o versamenti da condotte.
3 Può indicarci quali accorgimenti sono stati previsti per evitare pericolose commistioni tra le sostanze già in uso (fertilizzanti ed altro) e quelle che si prevede di utilizzare? E’ mai accaduto che ci siano stati versamenti di acido?
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La Zona Industrialedi Punta Penna è classificata, nel Piano Regionale perla Tuteladella Qualità dell’Aria (2007), come Zona di Mantenimento e l’art. 271 del D. Lgs 152/06 dispone che per l’autorizzazione al rilascio di nuove emissioni si debba “… valutare il complesso di tutte le emissioni degli impianti e delle attività presenti, le emissioni provenienti da altre fonti e lo stato di qualità dell’aria nella zona interessata.”
Purtroppo, è ormai acclarato che per Punta Penna non vi sono dati sulla qualità dell’aria, per l’assenza di Centraline fisse di monitoraggio e per la non idoneità del Mezzo Mobile dell’ARTA. Altresì mancano informazioni sulle emissioni delle diverse aziende operanti in loco.
4 Ci può precisare quanti accertamenti sulle emissioni, smaltimento rifiuti e ciclo dell’acqua ha avuto la PUCCIONI SpA dagli organi di controllo e vigilanza?
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Da diversi anni nell’area di Punta Penna è spesso presente un cattivo odore che, in talune circostanze, diventa una vera e propria esalazione molesta. Infatti, alcuni cittadini e lavoratori hanno accusato, in più di una occasione, malesseri tali da dovere ricorrere al Medico o al Pronto Soccorso.
5 Presso la Sua azienda sono stati avvertiti gli stessi fastidi? Se si, potrebbero i Suoi tecnici e/o consulenti suggerire le verifiche da attuarsi per identificarne la fonte?
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Ci sembra di capire, dalla documentazione visionata, che Il Parco serbatoi/Deposito costiero esistente già contenga l’Acido solforico necessario per la produzione attuale di fertilizzanti. Altro Acido solforico, unitamente all’Acido cloridrico da rigenerare, occorrerà per RECOGEN.
Inoltre, il procedimento in corso riguardante il Progetto di Cogenerazione (cioè la Centrale a Biomasse da 17.082 kW, di fatto oltre quattro volte quella della Istonia Energy) prevede che anche l’olio vegetale venga stoccato negli stessi serbatoi.
6 Può fornirci dettagliate informazioni in merito al diverso utilizzo del Parco serbatoi?
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Negli Atti del Comitato VIA si legge che “… Cesare Puccioni (Presidente) e Stefania Bracaglia (legale) … in merito all’interconnessione tra i due impianti, affermano che la stessa non è configurabile giuridicamente …”. Come semplici cittadini non possiamo certo contestare le dichiarazioni del Presidente Nazionale di Federchimica o di un qualificato legale ma, al tempo stesso, la documentazione evidenzia che all’interno dell’attuale perimetro aziendale troveranno allocazione tre diverse attività (Produzione fertilizzanti, Recupero rifiuti pericolosi e Centrale a Biomasse). Pertanto, è possibile ipotizzare una futura contestuale movimentazione di materie prime diverse, un utilizzo contemporaneo di aree di stoccaggio, l’insorgere di problematiche connesse con la presenza ed allontanamento di rifiuti, una sommatoria delle emissioni ed altro.
7 Considerato che i Procedimenti (Rinnovo AIA Impianto esistente, AIA per RECOGEN ed Autorizzazione Unica per Centrale a Biomasse) sono tutti contestualmente in itinere, perché non ha ritenuto utile ed opportuno richiedere un’unica e complessiva Valutazione di Impatto Ambientale, una sola AIA o redigere una sola Valutazione di Incidenza Ambientale?
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Sia l’Impianto esistente che quelli in programma necessitano di un adeguato quantitativo di acqua. Attualmente l’acqua di processo viene prelevata quasi per intero dal Torrente Lebba, anche se esso “… è considerato dal Piano di tutela delle Acque un corso d’acqua “non significativo” ossia con una portata uguale a zero per più di 120 giorni l’anno, in un anno idrologico medio, …”.
8 Può indicarci i quantitativi di acqua che – distintamente e complessivamente – serviranno per tutte le diverse iniziative industriali? Come pensa di approvvigionarsi?
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Tenendo conto di quanto riportato in alcuni Quadri Riassuntivi delle Emissioni che le Aziende hanno presentato, abbiamo provato a calcolare il rilascio in atmosfera di alcuni inquinanti. Ebbene, prendendo ad esempio le sole Polveri e trascurando in questa sede altri parametri ben più importanti, stimiamo che potrebbero finire in atmosfera questi quantitativi:
Quindi, rispetto alla condizione attuale, che già presenta “incertezze” per la qualità dell’aria, vi sarà un incremento di inquinanti in atmosfera di oltre il 300%.
9 Ritiene fondate le preoccupazione dei cittadini sulla qualità dell’aria? Non ritiene corretto attivare una generale Valutazione Ambientale degli Impatti ed una Indagine Epidemiologica?
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Da tanto tempo nell’Area Industriale di Punta Penna è in atto un’accorta ed encomiabile riconversione, con il prevalere di nuove attività commerciali ed artigianali in alternativa ad impattanti iniziative industriali che, tra l’altro, ormai offrono poca e precaria occupazione.
Infatti, l’Area Punta Penna – Punta Aderci – Torre Sinello e quelle limitrofe vanno sempre più configurandosi come Zona di Conservazione e Tutela (Paesaggistica, Ambientale ed Archeologica), con contestuale vocazione turistica-ricreativa.
10 Ha mai preso in considerazione l’idea di riconvertire la Sua azienda nel Settore turistico-ambientale come hanno già fatto e stanno facendo imprenditori vastesi che avevano altre attività? Quale sarebbe la Sua valutazione nell’apprendere, ad esempio, che in prossimità di un magnifico agriturismo toscano si decidesse la costruzione di industrie che potrebbero influire negativamente sul paesaggio, sull’ambiente e sulla salute?