Il sindaco di Vasto fa finta di non sapere che le emissioni irritanti nell’area di Punta Penna sono iniziate molto tempo fa senza che il Comune intervenisse in modo deciso per trovare una soluzione al problema. Lo afferma Michele Celenza, presidente dell’associazione civica Porta Nuova, dopo aver letto le dichiarazioni rilasciate dal primo cittadino a ZonaLocale.it.
“I cittadini di Vasto – afferma il portavoce del sodalizio – devono sapere che il loro sindaco, a una settimana dalle elezioni, giustamente preoccupato della notizia delle emissioni irritanti a Punta Penna si è tempestivamente attivato per risolvere al più presto la questione: Voglio che questa vicenda si chiarisca perché non è possibile che i lavoratori debbano essere esposti a sostanze irritanti e, anche quando mettono nero su bianco un problema di questa portata, non se ne riesca venirne a capo. Così ha dichiarato ieri . E allora ha convocato un incontro urgente, una conferenza per discuterne con Regione, Asl e Arta in modo da trovare una soluzione nel giro di qualche settimana. Qualche settimana.
È un vero peccato che nessuno l’abbia avvisato prima. A saperlo, si sarebbe mosso già dal 2005, quando si iniziarono ad avvertire le prime emissioni ; o dal 2009, quando iniziarono i ricorsi in ospedale; oppure dal dicembre 2011, quando ricevette dal Coasiv le prime segnalazioni che siamo in grado di documentare. I suoi collaboratori devono averlo tenuto all’oscuro di tutto.
Così come qualcuno deve avergli tenuta nascosta la Vas alla Variante alle Nta del Prg, approvata –evidentemente a sua insaputa – con Delibera n. 134 del 16 novembre 2010 del Consiglio comunale, la quale Vas, alla pag. 8, dichiara “opportuno effettuare un censimento delle imprese insalubri al fine di conoscere quali sono i quantitativi ed i problemi che possono derivare dall’emissione in atmosfera e nei corpi idrici dei reflui derivanti dalle attività di lavorazione” .
Già, perché le industrie insalubri, in Italia, sono oggetto di una specifica disciplina, e possono persino essere soggette a controlli.
Per esempio – afferma Celenza – il sindaco potrebbe chiedere alla Puccioni, che per l’appunto è un’industria insalubre di I classe, di dimostrare la propria innocuità alla salute del vicinato per i nuovi metodi introdotti o le speciali cautele adottate, come previsto da una legge comunemente applicata nel resto della penisola. Porta Nuova lo chiede dal settembre 2005.
Ma anche questo, evidentemente, al sindaco non gliel’hanno proprio fatto sapere”.