“Quando pensiamo all’Abruzzo come Regione dei Parchi evidentemente pensiamo a una cartolina sempre più sbiadita: già da un po’ di tempo l’Abruzzo è diventata terra di conquista da parte di investitori che puntano a realizzare impianti di forte impatto ambientale con bassa occupazione, dalle centrali a biomasse a impianti di rigenerazione di acidi, o impianti di estrazione petrolifera, scegliendo come ubicazioni Riserve regionali, Parchi e laghi, ovvero quei luoghi che dovrebbero essere deputati ad un altro tipo di sviluppo: la valorizzazione del territorio a fini di eco sostenibilità turistica che in molti angoli del mondo crea occupazione e benessere per chi li abita”.
Lo afferma Rifondazione comunista di Vasto, secondo cui “chi ha in mano il potere del Governo Regionale non crede al progresso sociale: la nostra Regione ha scelto la strada della sudditanza medioevale e del provincialismo economico, grazie soprattutto a quelle Istituzioni Pubbliche che davanti ai poteri forti, con l’evidente avvallo della politica, piegano la schiena e si levano il cappello, intimoriti da flotte di avvocati e tecnici asserviti.
L’ultimo caso clamoroso è quello del Progetto Recogen di Puccioni spa che ha ottenuto il parere positivo della Conferenza dei Servizi di martedì scorso, a seguito del parere positivo espresso dalla Commissione Via. Una Commissione che, in pochi mesi, ha esaminato due volte il progetto esprimendo due pareri opposti: prima un no secco e, successivamente, un parere positivo con prescrizioni. Con la stessa formula si sono comportate la Asl e Arta.
Poi capita però che il Coniv la società che gestisce il depuratore di Punta Penna, indirizzi al Comune, agli uffici appena citati di Regione, Asl, Arta, ed anche a Provincia, Noe dei carabinieri, e Coasiv una lettera, datata 14 febbraio. E’ ora – polemizza Rifondazione comunista – che la politica recuperi autorevolezza, per riconsiderare il bene collettivo prioritario rispetto a qualsiasi interesse particolare di qualche investitore”.