E’ durato tre ore e mezza l’interrogatorio di Antonio Strever, il fratello di Michela Strever, la 73enne trovata morta, legata e soffocata, nella sua casa di via Villa De Nardis, nelle campagne della zona nord-ovest di Vasto il 19 dicembre scorso. La donna è deceduta per asfissia causata dai pezzi di carta che l’assassino le ha messo in bocca per zittirla: questo ha accertato l’autopsia, eseguita il 20 dicembre dal medico legale della Asl, Pietro Falco. Il colpevole, al momento, non è stato ancora individuato con certezza.
Il sostituto procuratore di Vasto, Giancarlo Ciani, che coordina l’inchiesta condotta dalla magistratura con l’ausilio dei carabinieri, indaga sul fratello della vittima, sottoposto a un nuovo interrogatorio. Per tutta la notte era stato sentito dagli investigatori nelle indagini compiute nelle ore immediatamente successive all’omicidio. Stavolta “Antonio Strever è stato interrogato per circa tre ore”, racconta il suo avvocato, Arnaldo Tascione. “Non si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il mio assistito si professa innocente”.
Intanto, il Ris di Roma sta eseguendo le analisi sul Dna trovato sulla scena del crimine.