Lavoratori sul piede di guerra al centro di riabilitazione San Francesco di Vasto Marina, dove i sindacati si scagliano contro la direzione della struttura sanitaria, che ha spostato alcuni dipendenti da Vasto a Gissi e affidato alcuni servizi a una cooperativa esterna, in cui è stata dirottata parte del personale.
Il documento – Fp Cgil e Uil Fpl hanno messo nero su bianco le loro proteste: “Le relazioni sindacali, nell’ambito delle Strutture Sanitarie CdR S. Francesco di Vasto Marina, amministrate dal direttore pro-tempore Padre Franco Berti, sicuramente non sono state mai pastorali, ma da qualche tempo sta riemergendo una forte conflittualità dovuta a politiche aziendali contrastanti con le finalità stesse di una organizzazione Onlus e a politiche orientate a disattendere le più elementari regole di democrazia sindacale nelle realtà lavorative e produttive.
Va altresì ricordato la sottoscrizione dell’ultimo contratto collettivo nazionale di lavoro al quale la Cgil aveva espresso la propria contrarietà e rivendicato una rapida chiusura delle tornate contrattuali fino al 2009, ciò avrebbe impedito il proliferare di contenziosi che potrebbero aprirsi nell’immediato.
Ricordando anche che in un momento di crisi dovrebbe essere maggiore l’attenzione che si va a rivolgere al mondo del lavoro, già pervaso da una situazione economica recessiva come quella attualmente in atto.
Va anche stigmatizzata l’attuale amministrazione che nel perseguire politiche gestionali incentrate sul principio dell’economicità trascura la centralità del lavoratore, cioè di chi ha contribuito a rispondere con grande competenza alle esigenze socio-sanitarie regionali ed extra regionali, a danno della sua professionalità acquisita con tanto lavoro e dedizione.
Le organizzazioni sindacali Fp Cgil e Uil Fpl si sentono costrette vista la persistente e inaccettabile posizione della Direzione a denunciare le ultime deprecabili scelte aziendali in ordine temporale: il passaggio di alcuni lavoratori dal Centro di Formazione P. Kolbe con sede a Vasto al Centro di Riabilitazione di Gissi; e l’esternalizzazione di alcuni servizi, destinando parte del personale in comando presso la nuova cooperativa, e parte riassorbita nel settore sanitario.
C’è da dire che i lavoratori del Centro P. Kolbe, alle dipendenze della Fondazione da circa trent’anni, hanno contribuito solidalmente alla ri-fondazione di tutte le attività e che dapprima hanno subito un periodo di cassa integrazione di quattro anni e poi, al fine di evitare il licenziamento, sono stati fortemente penalizzati economicamente e professionalmente, addirittura subendo un trasferimento topografico del proprio luogo di lavoro.
Ciò vale anche per gli altri operatori in questione che, spauriti da questi metodi per alcuni aspetti minatori e lesivi della propria dignità di persona, accetterebbero nuove situazioni, diverse dall’area lavorativa di provenienza, ossia, passando dall’area dei servizi generali o amministrativa all’area paramedica, insidiosa e pericolosa anche per il proprio stato di salute, in quanto gli operatori stessi mancano delle competenze ed esperienze per l’assistenza al malato.
Le scriventi organiazzazione sindacali Fp Cgil e Uil Fpl richiamano i vertici aziendali della Fondazione ad una più attenta, puntuale e proficua collaborazione con tutte le forze sociali che quotidianamente improntano la loro azione a difesa dei più deboli e a tutela dei diritti di tutti i lavoratori”.