Un mocio sporco di sangue. Una scopa con le strisce di tessuto può essere l’elemento chiave delle indagini sull’assassinio di via Anghella. I carabinieri del Ris lo hanno analizzato stamattina nei laboratori di Roma insieme ai due coltelli trovati nella casa in cui sono stati assassinati Emidio Del Vecchio e Adele Tumini. Il mocio era intriso di sangue, come il manico. Gli investigatori lo hanno rinvenuto sulla scena del crimine. Chi ha ucciso i due coniugi lo aveva occultato, ma non è riuscito a disfarsene.
Venerdì nuove analisi, stavolta sulle impronte.
Le analisi – Accertamenti tecnici irripetibili. Si fanno una volta sola e servono a rilevare le impronte. In attesa di sapere se Marco Del Vecchio era capace d’intendere e di volere al momento in cui è avvenuto il delitto di via Anghella, le indagini proseguono.
Il Ris, reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri, ha analizzato le tracce trovate nella casa di via Anghella. E’ la seconda tappa cruciale delle indagini sull’assassinio di Emidio Del Vecchio, 78 anni, e sua moglie Adele Tumini, avvenuto il 17 novembre nella casa in cui i coniugi vivevano col figlio, Marco Del Vecchio, 37 anni, accusato di averli uccisi con 111 coltellate in quel sabato pomeriggio.
Nella sede del Ris di Roma sono convocati i periti nominati dalla magistratura e quelli scelti dalla parte offesa e dalla difesa: a partire dalle ore 10, nei laboratori di Tor di Quinto, si sono svolti gli accertamenti tecnici irripetibili sulle impronte rinvenute su alcuni oggetti che i militari specializzati nelle indagini scientifiche hanno trovato sulla scena del crimine e repertato: i due coltelli (uno l’indagato lo portava con sé al momento dell’arresto) e il mocio.
L’incidente probatorio – Il consulente tecnico d’ufficio chiede un’altra seduta per esaminare Marco Del Vecchio. Ferruccio Canfora, l’esperto nominato dal giudice per le indagini preliminari, ha presentato alla magistratura vastese la domanda in cui chiede un ulteriore incontro in carcere con l’indiziato, più altri 60 giorni per il deposito della relazione, decisiva per determinare se Del Vecchio era capace d’intendere e di volere. Se fosse accertata la sua incapacità, non sarebbe imputabile e, dunque, non potrebbe essere processato. L’udienza che chiude l’incidente probatorio rimane, in ogni caso, fissata per il 5 febbraio, dinanzi al gip, Caterina Salusti. Ma i tempi potrebbero allungarsi.