Determinanti saranno le analisi sul Dna. La magistratura attende le analisi del Ris di Roma per far luce sull’omicidio di via Villa de Nardis, dove il 19 dicembre scorso una donna di 73 anni, Michela Strever, è stata legata e assassinata per asfissia provocata da pezzi di carta che le hanno riempito il cavo orale e impedito di respirare, come accertato dall’autopsia eseguita dall’anatomopatologo Pietro Falco.
Indagato per omicidio è Antonio Strever, fratello della donna che ha scoperto il cadavere nell’abitazione e ha chiamato i carabinieri. Due le ipotesi formulate dai militari nelle ore successive all’assassinio: la rapina, che la difesa sostenuta dall’avvocato Arnaldo Tascione continua a ritenere come l’unica plausibile, e la pista familiare. La casa del fratello della vittima era stata perquisita nei giorni immediatamente successivi al delitto, lui interrogato due volte. L’inchiesta della Procura si è anche indirizzata sul patrimonio della donna e, in particolare, sull’esistenza di proprietà condivise con l’indagato.
“Siamo in attesa – dice Tascione – del responso del Ris. Le analisi hanno riguardato non solo le impronte trovate nell’abitazione, ma anche il Dna”.