Fabrizio Lucci, 32 anni, inizia la sua esperienza nel settore del turismo con i lavori stagionali, cameriere e barista. In seguito decide iscriversi al corso di laurea Economia del Turismo a Termoli. “Ho fatto l’Erasmus in Inghilterra per studiare la lingua e mi sono reso conto che la qualità della vita nella nostra zona è molto alta, per il cibo, il tempo, le relazioni umane. Così ho deciso che al termine degli studi avrei fatto un’esperienza fuori per crescere per poi tornare”.
Dopo la tesi sullo sviluppo turistico a Vasto e un breve stage nell’ufficio turismo del Comune, Fabrizio lavora a Bologna nell’azienda di promozione turistica dell’Emilia Romagna e segue un master in Sviluppo Turistico Territoriale e Valorizzazione dei Beni Culturali alla Cattolica di Piacenza, grazie a una borsa di studio. Poi si trasferisce a Milano: “In una multinazionale, mi occupavo di consulenza e studi di fattibilità nel settore culturale e in seguito presso il centro studi del Touring Club italiano dove facevo consulenza, ricerca e formazione”.
Poi un giorno hai deciso di cambiare qualcosa nella tua vita.
Era luglio e nell’afa milanese ho deciso di cambiare aria, volevo tornare a Vasto, ma prima sentivo di dover fare un’esperienza lavorativa all’estero. Ho scelto una città di mare, Barcellona, senza sapere nulla di spagnolo. Ho lavorato in un polo scientifico e tecnologico sul turismo all’Università di Tarragona. Subito dopo ho capito che era giunto il momento di rientrare e l’unico modo per lavorare nel settore turistico era fare qualcosa di innovativo, così ho aperto un’attività mia insieme a un amico.
A febbraio 2011 è nata Italia Sweet Italia.
Il primo anno mi sono occupato della creazione dell’offerta, contatti, rete network, operatori della filiera turistica, strutture ricettive, ristoratori, traboccanti, pescatori, ceramisti, artigiani, ne sono tanti, bisogna incontrarli e fare i sopralluoghi. Vendere l’Abruzzo nel mondo non è semplice, già in Italia in molti non sanno dove siamo e cosa offriamo, figurati fuori dall’Europa, anche per questo il nome fa riferimento all’Italia. Vogliamo rappresentare pure il Molise, in fondo la nostra identità culturale, il folclore, le tradizioni e le abitudini non sono molto differenti.
Qual è stata la parte più difficile?
E’ complicato iniziare quando non hai nulla in mano, non esistevamo, abbiamo creato tutto dal niente, questo tipo di offerta dovrebbe rappresentare il futuro, ma vendere quando non hai un prodotto tangibile, come può essere per altre attività, è diverso, anche per eventuali contributi, era un’attività virtuale. Oggi invece ci chiamano per essere inseriti nel nostro circuito.
Attualmente cosa proponete?
Siamo un tour operator incoming per il mercato straniero in lingua inglese, soprattutto per inglesi e americani, l’obiettivo è di farli venire in Abruzzo e far conoscere loro quella che è la vera Italia, dove non è molto diffusa la globalizzazione. La nostra mission è promuovere la conoscenza dell’altra Italia, lo stile di vita italiano, le arti e le tradizioni italiane attraverso esperienze autentiche, tour personalizzati e una passione e amore per la nostra patria, con attenzione allo sviluppo sostenibile nella regione più verde d’Europa. I nostri ospiti al momento provengono soprattutto da Usa e Inghilterra, ma stiamo iniziando ad avere riscontri anche da Brasile e Norvegia.
Com’è suddivisa la vostra offerta?
Ci sono vari pacchetti tutto incluso, da 4 giorni a una o due settimane, da 2 a 16 persone. Proponiamo loro varie esperienze in piccole strutture ricettive, le preferiamo, per farli integrare nella cultura locale. L’offerta prevede una cena di benvenuto con piatti tipici abruzzesi, con lo chef professionista che spiega come ha preparato quello che stanno mangiando, i nostri clienti sono molto appassionati di cucina, mangiano con il blocco appunti per scrivere, vogliono sapere ogni cosa, da come si fanno i tarallucci alla ratafia.
Qual è il pacchetto più richiesto?
Quello culinario, offre corsi di cucina, ma non solo, si va al mercato insieme alla signora che insegna al corso e si fa la spesa, si impara a fare la pasta in casa, tarallucci, polpette, per loro sono tutte novità. Inoltre mentre impastano facciamo un aperitivo con il pane bagnato nel sugo in preparazione, proprio come si faceva un tempo quando la pentola era sul fuoco, è un’esperienza emozionale, in questo modo facciamo assaporare anche lo spirito della tradizione locale. Ci sono anche corsi di pittura o di italiano, tutte proposte che apprezzano perché non le avrebbero mai potute conoscere se avessero fatto la classica vacanza. Ad esempio sono affascinati dal centro storico alle 14 quando non c’è nessuno e si sorprendono quando lo vedono popolato alle 18, nella loro quotidianità certe cose sono inusuali, vivono in città dove c’è sempre molto movimento.
Quali sono le altre attività in programma?
Visite all’oleificio, al centro storico, a Punta Aderci, facciamo laboratori di ceramica, picnic tipici con pizze e vino locale, visitiamo una cantina e poi lì facciamo un aperitivo o la cena, in alcuni casi quando è periodo di vendemmia danno anche una mano, oppure la passeggiata tra gli uliveti, molti non li hanno mai visti prima e si fanno scattare le foto sotto l’albero. Inoltre è prevista anche la visita al trabocco, con degustazione e corso di cucina di pesce. Sono disponibili pacchetti più ampi, di 7 giorni, che includono altre attività, come la ricerca del tartufo, la raccolta delle olive, la vendemmia, lezioni per imparare a fare la salsa di pomodoro, escursioni in bici o in montagna, pesca dal trabocco, mungitura e partecipazione alle sagre.
Chi è il vostro cliente tipo e come lo conquistate?
Ha dai 30 anni in su, non ha figli o non viene con i figli, è appassionato di cultura e cibo ed è legato all’Italia. Il nostro punto di forza è che c’è il contatto diretto, vivendo questa esperienza tutti i vari attori spiegano quello che fanno, come se stessero parlando a degli amici, dedicano loro del tempo, facendoli sentire coccolati. Non è certamente una vacanza per chi ad agosto vuole andare al mare.
Che riscontri state ricevendo?
Non sono tutte rose e fiori, comunicare una destinazione sconosciuta in una lingua diversa dal punto di vista del marketing e del web marketing non è facile, ma su TripAdvisor abbiamo ricevuto ottimi commenti da parte di chi ha partecipato, nelle loro parole leggo tutto quello che avevo in mente quando ho iniziato. Come hanno scritto questo è un break dalla vita che è un’esperienza. E’ una bella soddisfazione, ringrazio tutti i nostri partner che hanno creduto nel progetto sin dall’inizio e senza i quali non potremmo offrire esperienze uniche.
Tutto questo è anche un vantaggio per il territorio e il commercio locale.
Certo, loro poi comprano prodotti artigianali di ceramica o degli orefici, vino, olio, formaggi, marmellate, chitarre per la pasta, persino tegami in terracotta. Vengono da aprile a ottobre, in questo modo si fa turismo allungando il periodo anche a quei mesi in cui solitamente non ci sono molte presenze. Quando tornano a casa parlano bene dei posti che hanno visitato e invogliano anche altri a venire, consigliano Vasto come meta.
Vi aiuta molto anche la tecnologia.
Non è solo un lavoro, ci tengo a diffondere abitudini e tradizioni, a farci conoscere. Quando andiamo in giro faccio le foto e le metto su Flickr divise per i vari tour di modo che le possano vedere e condividere con gli amici favorendo il passaparola che risulta essere sempre la migliore pubblicità. Nel sito c’è anche la parte con le videoricette della tradizione abruzzese, presentate da una casalinga vastese, vi invito a dare un’occhiata ai video.
Per ulteriori informazioni
www.italiasweetitalia.com
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Foto – Italia Sweet Italia
Italia Sweet Italia, americani e inglesi in vacanza a Vasto imparano tradizioni, abitudini e cultura del luogo.