“Chiediamo chiarezza. Sono passati trent’anni da quando è stata installata la prima piattaforma, la Rospo Mare B. E’ ora di dire basta al petrolio”. Ambientalisti all’attacco dopo l’emergenza scattata ieri al largo della costa vastese. E se la Edison dice che non c’è inquinamento sottomarino e che la macchia sarebbe limitata a una “scia iridescente” isolata vicino alla petroliera Alba Marina, lancia l’allarme Fabrizia Arduini, consigliere regionale del Wwf.
L’organizzazione, da anni impegnata nella battaglia contro la petrolizzazione del mare e del territorio abruzzese, chiede un “monitoraggio” del campo petrolifero e ricorda che “in questi giorni è in corso presso il Ministero dell’Ambiente la valutazione d’impatto ambientale sia riguardo all’ampliamento di Rospo Mare, sia su Ombrina Mare“, il mega giacimento che comprende buona parte del mare abruzzese, compresi i tratti antistanti la Riserva naturale di Punta Aderci e il Parco della Costa teatina, istituito da una legge statale e non ancora realizzato in concreto. Il timore degli ambientalisti è che l’incremento delle attività petrolifere, oltre ad accrescere il rischio di incidenti ambientali, possa causare ulteriori battute d’arresto all’istituzione del Parco grande come tutto il litorale della provincia di Chieti.
Secondo Maurizio Acerbo, consigliere regionale di Rifondazione comunista, “l’incidente conferma che le nostre preoccupazioni di cittadini e ambientalisti non sono infondate. Bisogna dire basta alle trivellazioni nel Mare Adriatico.
Purtroppo il Parlamento, anche con il voto dei parlamentari abruzzesi di centrodestra e centrosinistra, con il governo Monti ha eliminatole poche norme che tutelavano parzialmente il mare e la costa.
Ironia della sorte in questo momento è all’esame del Comitato Via del Ministero dell’Ambiente l’ampliamento di Rospo Mare, un progetto sbloccato proprio dal governo Monti con i voti di
Pdl, Pd, Udc e Fli”, mentre “senza nessuna attività di contrasto da parte della Regione Abruzzo, sta andando avanti l’iter della concessione Ombrina Mare della Medoilgas.
Invito il presidente Chiodi ad abbandonare l’atteggiamento di disattenzione sul tema e a seguire in prima persona queste vicende senza giocare a fare lo scaricabarile. E’ assurdo che debbano essere
le associazioni ambientaliste e i comuni a elaborare osservazioni e ricorsi mentre la Regione latita.
La responsabilità di questo dilagare delle trivelle – polemizza Acerbo – non è solo dell’assoluta ignoranza in materia ambientale della Giunta Chiodi, ma anche del centrosinistra che ha sui territori dice di essere contro la petrolizzazione e in Parlamento vota il contrario”.