Berlusconi, Quagliariello, Razzi e forse anche Scilipoti. Quella del Pdl non sembra una lista elettorale abruzzese. E’ un elenco di catapultati. Centrodestra in rivolta. Il presidente della Regione, Gianni Chiodi, minaccia di lasciare il partito.
Rischiano di creare una fuga in massa le indiscrezioni sulle liste elettorali per Camera e Senato. I nomi che circolano fanno imbestialire i dirigenti abruzzesi e molti militanti del Vastese, dove le notizie delle ultime ore creano dissenso e disimpegno in una campagna elettorale che da queste parti potrebbe fermarsi ai nastri di partenza. Nessuno è intenzionato a fare la corsa per garantire il posto in Parlamento a chi non ha nulla a che vedere con l’Abruzzo. O a personaggi discussi per i loro cambi di casacca, come Antonio Razzi e Domenico Scilipoti.
I catapultati – Tra i possibili catapultati da Roma (almeno tre dei primi sei aspiranti parlamentari), spiccano nomi noti nel totocandidati. Ecco le prime indiscrezioni. Lista per la Camera dei deputati, i primi tre: Sabatino Aracu, Paola Pelino (entrambi parlamentari abruzzesi uscenti), Antonio Razzi, che nel 2008 fu eletto dagli italiani all’estero. E si parla anche del siciliano Domenico Scilipoti. Lista per il Senato, i primi tre: Silvio Berlusconi, Gaetano Quagliariello (napoletano, ha iniziato a fare politica a Bari nel Partito radicale, eletto per la prima volta al Senato nel 2006 in Toscana e ora catapulato in Abruzzo), Filippo Piccone (senatore di Celano, coordinatore del Pdl abruzzese).
Razzi e Scilipoti – Due dei papabili cui verrebbe assegnato un posto sicuro sono personaggi saliti alla ribalta delle cronache parlamentari nel 2010. Nella votazione decisiva, quella sulla spallata a Berlusconi, cambiarono sponda, da sinistra a destra, sorreggendo il Governo di allora.
Per correre in aiuto al Cavaliere, uscirono dall’Italia dei valori Domenico Scilipoti (il deputato più nominato nel totocrisi di tre anni fa) e anche Antonio Razzi, il parlamentare nato a Giuliano Teatino, emigrato in Svizzera, eletto nella circoscrizione Estero-Europa e con una casa comprata a Pescara (Col Pdl “si è parlato anche di pagarmi il mutuo e darmi un posto nel governo”, aveva dichiarato alla stampa il 17 settembre 2010). A Vasto, in occasione della festa nazionale dell’Idv, Di Pietro diceva nel settembre 2010: “Ringrazio Razzi, che non ha ceduto alle sirene berlusconiane”. Aveva parlato troppo presto.
Rivolta– Il malumore serpeggia anche nel Vastese, che non esprimerà candidati in posizione eleggibile. Per gli attivisti del Pdl si fa durissima la battaglia contro il centrosinistra, che a Vasto eleggerà almeno un deputato: Maria Amato. La protesta scoppia ai vertici del centrodestra. Il presidente della Regione, Chiodi, minaccia di andarsene e dichiara a primadanoi.it: “Così non va proprio bene. Se la situazione non si recupera e non si ravvedono, prenderemo altre strade”. Il governatore prevede “una forte debacle elettorale, conseguenza di una composizione delle liste non autorevole”. L’ultimatum è chiaro: o Roma cambia le liste, oppure liberi tutti. Di non fare la campagna elettorale. O di farla per altri partiti.