Mancano quattro giorni al secondo round giudiziario. Il 25 gennaio sarà la Corte di Assise d’Appello dell’Aquila a decidere sull’assassinio di via Pertini.
Gli avvocati della difesa, Pasquale Morelli e Giampaolo Di Marco, hanno presentato appello avverso la sentenza di primo grado.
Risale al 15 ottobre 2011 il delitto che ha scosso la città a distanza di un ventennio dall’ultimo omicidio. A un anno esatto, la lista degli omicidi si è allungata: 4 delitti in 10 mesi, 5 vittime in tutto. Un anno fa, in una palazzina di via Pertini veniva assassinata a coltellate la 24enne lituana Neila Bureikaite.
Sedici anni per omicidio volontario aggravato: questa la pena inflitta la scorsa estate nel processo con rito abbreviato dal Gup del Tribunale di Vasto, Stefania Izzi, al convivente della donna, Matteo Pepe, 44 anni, imprenditore edile originario di Motta Montecorvino (Foggia), ma residente da anni in città.
Secondo la difesa, il gesto di Pepe sarebbe frutto di “una situazione di tensione esasperata” creatasi nella coppia, ragion per cui il movente “non può essere definito passionale in senso stretto. Matteo Pepe non è un delinquente e in carcere ha intrapreso un percorso personale finalizzato a trovare delle risposte all’accaduto, ma il suo atteggiamento non è mai stato contrario al processo”, nessun espediente per sfuggire alle proprie responsabilità. Per questi motivi, la pena sarebbe “eccessiva, anche perché è caduta l’aggravante prevista dall’articolo 577 del codice penale: omicidio del coniuge”.
Il 25 gennaio saranno i giudici del capoluogo a decidere. Come per il giudizio abbreviato di primo grado, anche l’appello si svolgerà in camera di consiglio. Un rito più breve, che prevede un’unica udienza, salvo aggiornamenti previsti dalla corte, composta da due giudici togati (presidente e giudice a latere) e sei giudici popolari. La sentenza potrebbe arrivare in giornata.