L’aveva detto e lo ha fatto. A sette mesi dalla nomina il sindaco Tiziana Magnacca ha apportato moltissime novità nella città da lei amministrata. Talune condivisibili, altre meno. Ma tant’è il nuovo sindaco, spinto dall’entusiasmo di chi affronta un’impresa per la prima volta, non si è risparmiata. Con l’approssimarsi della elezioni era inevitabile e fisiologico che le schermaglie politiche si facessero più pungenti e pressanti e prendessero di mira il primo cittadino.
Attacchi e polemiche si concentrano soprattutto sulle tasse. Ma se è sempre bene accetta la critica ed è piacevole assistere allo scambio di opinioni fra maggioranza e opposizione, è fastidioso dover constatare che per colpire l’avversario di sesso femminile si ricorra ad epiteti e aggettivi che hanno un solo obiettivo: ridurre la figura del primo cittadino ad uno stereotipo che nega l’uso dell’intelletto e come tale offende l’universo femminile. E il fastidio diventa dispiacere quando ad indirizzare aggettivi irriguardosi all’avversaria è una persona “colta” come il professor Domenico Di Stefano.
Senza voler entrare nel merito delle scaramucce politiche fra Domenico Di Stefano rappresentante del centrosinistra in quota a San Salvo Democratica e il sindaco Tiziana Magnacca (Pdl) e lungi dal voler stabilire da che parte sta la ragione, è doveroso reclamare maggiore rispetto per il sindaco in quanto donna e professionista dotata di innegabile intelletto, stigmatizzando il goffo tentativo di sminuire la sua immagine paragonandola ironicamente ad una Barbie.
L’auspicio dell’associazione che rappresento è che in futuro non si debbano più ascoltare aggettivi denigratori nei confronti delle rappresentanti politiche di sesso femminile.
Teresa Di Santo – Emilyabruzzo