E’ arrivato a Vasto quasi in sordina Orlando Aquino da Boscoreale, provincia di Napoli, classe 1988, 12 gol in 14 partite con la maglia della Vastese. I primi calci al pallone nella scuola calcio del suo paese, il Parma si accorge di lui e a 12 anni lo manda a Monte di Procida nella società satellite, ma non lo prende. A 14 passa al Lanciano, nel settore giovanile segna tantissimo, così tanto che nel 2004 a 16 anni debutta in prima squadra in C1 contro il Benevento. Molti dei suoi compagni dell’epoca sono andati a giocare in A e B: Nassi, Soncin, Bocchetti. Anche lui sembrava lanciato verso categorie più blasonate, ma qualche incomprensione col procuratore dell’epoca e qualche infortunio di troppo hanno fatto il resto, fino all’esperienza in terra straniera.
Come mai sei andato a giocare fuori dall’Italia?
Ho avuto problemi con il mio ex procuratore, a Lanciano non era ben visto, si sono ridotte le mie possibilità, mi sono fidato di lui, a 18 anni sono andato a giocare nella serie C in Romania e poi nella A in Ungheria, quando sei così giovane non pensi troppo alle cose che fai. Nel 2006 ero nella Liberty Oradea, abbiamo vinto il campionato ho segnato 18 gol in 21 partite e siamo saliti in B, poi è arrivata l’offerta del Sopron, l’ex squadra di Giuseppe Signori, nella serie A ungherese, purtroppo ho avuto qualche problema fisico, quando non stai bene anche le cose più semplici non ti riescono, nonostante tutto erano interessate a me anche altre società, ma ho deciso di rientrare in Italia per curarmi.
Ti sei pentito di quella scelta?
No, tutte le esperienze servono a crescere e non si può escludere che se fossi rimasto in Italia oggi non giocherei lo stesso in Promozione, la responsabilità è anche mia, non cerco scuse.
Come ti sei trovato all’estero?
Benissimo sia dentro che fuori dal campo, soprattutto in Romania l’ambiente era molto caldo, con alcuni amici conosciuti lì mi sento ancora oggi. Con la lingua dopo un po’ impari perché è semplice e poi c’erano anche altri italiani. In Ungheria invece dal punto di vista umano sono più freddi, ma a livello calcistico è stata una bella esperienza, in Serie A, con gli stadi sempre pieni, era uno spettacolo e anche da quelle parti c’erano altri italiani.
Tornato in Italia sei ripartito da Trivento.
In serie D, sette partite e un gol, ma non ero in condizione, sono passato in C2 alla Nocerina e ho segnato subito in Coppa Italia all’esordio, ho giocato 7/8 partite, poi sono andato via a dicembre, è arrivata una nuova dirigenza e per noi più giovani si sono chiuse le porte, sono rimasto senza squadra fino a giugno. Poi Bojano, non sapevamo se avremmo fatto la D o l’Eccellenza, ma anche in quel caso è stata breve, non pagavano gli stipendi.
E’ vero che stavi per mollare?
Dopo quell’esperienza sono stato fermo per un anno, mi era passata la voglia, fino all’accordo con il Penne dove c’era un allenatore che avevo avuto a Lanciano nel settore giovanile, ho trovato serenità e dei ragazzi fantastici, ho avuto anche delle richieste, ma ho preferito rimanere.
Poi l’ingaggio della Vastese.
Luigi Baiocco, che conoscevo dai tempi di Lanciano, mi ha contattato spesso, da questa estate ci teneva e voleva che venissi a giocare qui, ma l’accordo tardava ad arrivare così mi sono trasferito a campionato iniziato. Oltre a lui mi sono fidato di Alfonso Calvitti che mi ha dato una grande mano ad ambientarmi. Ho accettato questa sfida perché il progetto e la piazza sono importanti, mi piacciono le piazze così, sono molto stimolanti.
Però mister Baiocco è stato esonerato qualche giorno dopo il tuo arrivo.
Ho lavorato con lui tre giorni, mi è dispiaciuto molto, purtroppo il calcio è così, è arrivato mister Vecchiotti, mi sono messo a sua completa disposizione, con lui mi trovo bene e mi mette in condizione di giocare al meglio.
A dicembre sembrava potessi andare via, com’è andata davvero?
Non ho contattato nessuno, non volevo andare via, mi piace giocare qui, per il gruppo, per la piazza e per i tifosi, anche se sono giustamente esigenti, non mi fanno mai mancare il loro affetto e questo mi carica ancora di più e mi stimola a fare sempre meglio, voglio ricambiare.
Con i compagni come va?
Mi trovo bene con tutti, frequento fuori dal campo Luongo, che vive a Petacciato come me, Napolitano, Triglione, Alberico e anche Vino che mi ha aiutato quando sono arrivato.
Sono tutti forti, ma chi tra loro ti ha impressionato di più?
Axel Vicentini, nettamente di categoria superiore.
Contro il Caldari domenica hai la possibilità di incrementare il tuo bottino di reti.
Ho giocato in questo girone già lo scorso anno, non è un campionato così semplice come si può credere, le squadre si sono attrezzate, basta vedere il Cupello, non c’è nulla di scontato, anche con la Spal Lanciano si pensava che potessi segnare e non l’ho fatto.
Il tuo futuro come lo immagini?
Pensiamo prima a vincere, poi mi piacerebbe restare e salire in categorie più prestigiose, sarei contento di andare avanti insieme. Mi trovo benissimo, questo è l’ambiente ideale, Vasto è una città dove si vive bene, spero che domenica dopo domenica aumenti il pubblico e che ci sostengano sempre, anche, ma mi auguro di no, se qualche volta le cose dovessero andare male.
Dopo Innocenti e Morante il pubblico vastese potrebbe avere un nuovo bomber.
Lo spero, anche se nel calcio non puoi mai dare nulla per scontato. Qualche problema fisico mi ha limitato, ma qui ho ritrovato la tranquillità che in passato mi era mancata e grazie alla quale riesco a rendere. Preferisco dare la priorità a questo aspetto, se sono sereno il resto viene di conseguenza.