I giovani dell’Udc dicono no alla linea del partito nella scelta delle candidature alle prossime elezioni politiche. E’ stato il sansalvese Fabio Travaglini, dirigente nazionale dei giovani Udc e coordinatore per la provincia di Chieti, nella seduta del direttivo provinciale del partito svoltasi ieri a Lanciano, ad esprimere forte disaccordo con i metodi utilizzati dall’Udc nell’indicazione dei candidati alle prossime elezioni politiche del 24 febbraio, “che vedono prevalere gli interessi personali di pochi, senza tenere in minimo conto le esigenze dei cittadini e del territorio”.
Travaglini ha chiesto formalmente di procedere alla scelta dei candidati con un confronto costruttivo e democratico che “premi i meriti dell’impegno e dell’azione politica e riconosca valore all’appartenenza territoriale”. Per questo ha convocato i coordinamenti giovanili per indirizzare una protesta alla Segreteria Nazionale, “rivendicando il diritto della base di un partito di poter scegliere democraticamente i propri rappresentanti, riservandosi di adottare le dovute determinazioni in caso di mancato accoglimento”.
Il giovane esponente dello scudocrociato è critico nei confronti del suo partito, ponendo l’accento sull’immobilismo dei vertici che sta “disperdendo il lavoro fatto dai militanti e dagli amministratori in tanti anni”. Così come non è andata giù la decisione del presidente della provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, di dimettersi dall’incarico.
“Non possiamo più tollerare la tecnica delle anticamere romane- ha dichiarato Travaglini-. Vogliamo che i candidati rappresentino realmente la base elettorale ed il ricambio generazionale. Per queste ragioni ho chiesto al direttivo provinciale di mettere ai voti le varie candidature e scegliere il candidato capolista confrontandoci con le altre province. Non accettare il confronto democratico significa ignorare il territorio ed ammettere di candidarsi per interesse “.