Un vastese in Microsoft, si chiama Armando Mercuri, 26 anni, dopo la maturità scientifica conseguita a Vasto nel 2005 si è iscritto al corso di laurea in Scienze della comunicazione a Bologna, specializzandosi in semiotica. Oggi si occupa di contenuti per il sito msn.it e per le applicazioni Bing Windows 8.
Come sei passato dalla semiotica al web?
La semiotica è una disciplina affascinante che però temevo non mi potesse dare sbocchi professionali. Invece ho iniziato a fare subito dei lavoretti nel mondo dell’editoria e della comunicazione, fino ad arrivare a Microsoft Italia grazie alla cooperativa giornalistica Primo Piano di Milano con cui collaboro attualmente.
Immaginavi questo futuro per te?
Quando ho iniziato a studiare Scienze della comunicazione mi aspettavo di lavorare per la carta stampata, ma nel corso degli anni il web si è imposto sempre di più e ora non lo lascerei mai per tornare alla stampa. Ero invece consapevole fin dall’inizio che prima o poi sarei finito a Milano, ma mi trovo bene, perché c’è tutto quello di cui ho bisogno, ma non c’è la famiglia e questo è gravissimo. Ormai non mi pesa più vivere fuori, ma all’inizio è stata dura.
Quali sono le maggiori difficoltà che hai dovuto affrontare?
E’ stato molto difficile trovare un lavoro pagato. Infatti, nell’ambito della comunicazione, spesso viene richiesto di lavorare gratis, senza nessuna retribuzione. Gli studenti universitari accettano di lavorare gratis per fare un po’ di esperienza, ma molte aziende ci marciano e continuano a offrire stage e tirocini senza mai concretizzare un rapporto di lavoro. Io prima di arrivare a uno stipendio accettabile ho fatto vari stage non retribuiti. Il primo stage è durato un anno e lavoravo dalle 8 alle 12 ore al giorno.
Consigli di fare un’esperienza simile alla tua?
Consiglio di fare solo un’esperienza gratis, ma poi pretendere uno stipendio già dalla seconda esperienza lavorativa.
Gli amici e i familiari come l’hanno presa?
Sono tutti contenti per me, però la lontananza è davvero brutta. Con i nuovi orari delle ferrovie, poi, viaggiare da Milano a Vasto è un incubo. Non ci sono più i treni notturni che mi piacevano tanto. Anche se erano scomodissimi ed era impossibile dormirci dentro, almeno potevo ottimizzare i tempi.
Quando torni?
Torno a Vasto appena ho un giorno libero, è la mia città, ma ho imparato ad amarla solo dopo averla lasciata e in futuro tornerò sicuramente a lavorarci.
Cosa ti manca di più?
Lo so, è banale e chi mi conosce non ci crederà, ma mi manca il mare. Quando mi svegliavo la mattina potevo vederne un pezzettino dalla mia finestra. Poi, come ho già detto, mi manca la famiglia. Canticchio sempre la canzone che fa: “Vularrì’ Vulà, Vaste me’, pe’ ‘na vodda sole da te…”