Un sospettato. Sarebbero vicine a una svolta le indagini sulla morte di Michela Strever, la 73enne assassinata il 19 dicembre nella casa di via Villa de Nardis, nelle campagne della zona Nord-Ovest di Vasto. Gli investigatori tengono le bocche cucite. “Non parlo di questo”, ha tagliato corto il capo della Procura, Francesco Prete, rispondendo alle domande di ZonaLocale.it a margine del IV convegno sulla sicurezza e la legalità, tenutosi giovedì a Palazzo D’Avalos. Vige il massimo riserbo.
Le indagini non si fermano all’ipotesi iniziale della rapina. Esisterebbe una seconda pista ritenuta plausibile dagli investigatori. Ieri i carabinieri hanno perquisito la casa del fratello della vittima, Antonio Strever, 71 anni.
Doveva stare zitta. Questo sembra volesse dire l’assassino, che a zia Linuccia (così la chiamavano i vicini di casa), dopo averla legata con le mani dietro la schiena, ha riempito la bocca di carta, ostruendole il cavo orale e impedendole di respirare. La pensionata, che aveva già problemi di deambulazione causati da una grave artrosi deformante, è morta per asfissia: questo ha chiarito l’autopsia eseguita dal medico legale della Asl, Pietro Falco. La vittima è stata anche picchiata: lo dimostra la gravità di traumi e fratture al torace e una lacerazione al fegato. A uccidere la donna è stata quasi sicuramente una sola persona tra le 8 e le 9 del mattino.
Il 20 dicembre sono tornati a Vasto i carabinieri del Ris di Roma. La stessa squadra che ha esaminato la scena del crimine di Pistoia, dove è stata strangolata una donna di Montecatini, Beatrice Ballerini, ha eseguito nuovi rilievi nell’abitazione della vittima. Gli esperti del reparto investigazioni scientifiche della capitale hanno anche analizzato i polpastrelli della 73enne. Non sarebbero emersi grossi imbrattamenti.
Oggi l’ultimo saluto: i funerali alle 15 nella chiesa di San Lorenzo Martire, a Vasto.