Appena tornati da scuola hanno visto il trambusto davanti alla casa di via Villa de Nardis. E allora, con lo zaino ancora sulle spalle, sono andati a vedere cosa fosse successo a quella che chiamavano affettuosamente “zia Linuccia“. Due giovani, che abitano a poche decine di metri di distanza dalla casa dove Michela Strever è stata uccisa, non riescono a credere a quanto accaduto. “Qui attorno le volevamo tutti bene – racconta uno dei due ragazzi-. Come hanno potuto farle una cosa del genere?” L’anziana viveva sola, ma, oltre ai parenti, anche i vicini ogni tanto si recavano a farle compagnia.
“Qualche volta veniva anche a casa mia – racconta uno dei due ragazzi- a passare un po’ di tempo insieme a mia nonna. E qualche volta mia nonna andava da lei. A Natale ci scambiavamo gli auguri, così da stare un po’ di tempo insieme. Conduceva una vita molto semplice. Cosa pensavano di poterle rubare?“
Via Villa de Nardis in passato è stata più volte presa di mira dai ladri. “Un paio d’anni fa – racconta un altro residente arrivato sul posto dopo aver saputo quanto accaduto- hanno compiuto una lunga serie di furti negli appartamenti. Vivevamo con il terrore che potesse capitare qualcosa. Sono davvero addolorato per Lina. Già un anno fa alcune persone avevano tentato di rubarle in casa. Erano riusciti ad entrare nella sua abitazione ma poi però sono scappati. In questa strada soprattutto di sera la preoccupazione è tanta”.
Dolore per i familiari di Michela Strever. Il fratello Antonio, che ha scoperto il suo corpo senza vita quando era andato a trovarla come ogni mattina. Affrante anche le sorelle Elda e Maria. Ieri mattina tra i primi ad arrivare c’era la congnata Carmela Di Fonzo. Suo fratello Gaetano, che nel pomeriggio è giunto in via Villa de Nardis insieme all’avvocato Arnaldo Tascione, che assiste la famiglia, ha detto: “E’ un grande dolore. Solo qualche tempo fa ero venuto qui ad installare la parabola per farle vedere meglio la televisione. Non è possibile che accadano queste cose. Io spero che si riesca a trovare il colpevole. Viviamo in tempi difficili, in cui ci sono persone che arrivano a compiere questi gesti estremi. Io dico che vanno aiutate, così che non debbano commettere crimini del genere. Per questa famiglia è una tragedia”.