Nuovi guai per gli operai della ex Golden Lady. Dalle 14 di oggi sono sospese le attività della New Trade, una delle due aziende che hanno rilevato lo stabilimento di Gissi. La fabbrica che ricicla vestiti per venderli nel mercato del vintage e in quelli dell’Est e dell’Africa Settentrionale ha bloccato le linee produttive di ricondizionamento degli indumenti attraverso riparazione, igienizzazione e rinnovamento. I 32 operai attualmente al lavoro nella fabbrica sono, dunque, tornati a casa. Per loro si preannuncia un Natale durissimo.
Il problema nasce dalla fideiussione. La polizza fideiussoria sottoscritta dalla New Trade è di tipo diverso rispetto a quella richiesta dal Governo nazionale: questo l’ostacolo contro cui si è arenato il già faticoso percorso di riconversione della ex Golden Lady. A lanciare l’allarme sono i sindacati. “La dirigenza dell’azienda – dice Giuseppe Rucci, segretario provinciale della Filctem-Cgil – ha sospeso l’attività, sostenendo che la Regione Abruzzo continua a non rispondere alla richiesta di finanziamenti regionali perché il governo regionale non ha accettato la fideiussione sottoscritta dalla New Trade”.
Dal centrosinistra, Camillo D’Amico (Pd), afferma che “la riconversione è stata gestita con faciloneria dal presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio, e con pressappochismo dal presidente della Regione, Gianni Chiodi. Ma, in questo caso, il problema è un altro. Il consigliere regionale Antonella Sclocco ha acquisito gli atti. In effetti, per le Regioni come l’Abruzzo, sotto osservazione per il debito sanitario, è prevista una forma di fideiussione diversa rispetto a quella sottoscritta dalla New Trade. L’azienda ha posto dei problemi, a partire dai 20mila euro al mese per trasportare la materia prima da Prato alla Val Sinello. La dirigenza ha dichiarato nell’ultimo incontro di aver speso fino ad ora 250mila euro in più rispetto al piano finanziario preventivato. Chiede un sostegno da parte delle istituzioni, oltre ai fondi regionali destinati alla formazione del personale. Tutti insieme – è l’appello di D’Amico – dobbiamo lavorare per far sì che la New Trade riprenda a produrre al più presto”.