“Non mi sembra ci siano ostacoli”. Per Roberta Bruzzone, Marco Del Vecchio è capace d’intendere e di volere. La criminologa degli omicidi di Perugia e Avetrana oggi è tornata a Vasto per il secondo round della perizia psichiatrica sul Marco Del Vecchio, il 37enne accusato di aver assassinato con 111 coltellate i suoi genitori: Emidio Del Vecchio, 78 anni, e Adele Tumini, 75, barbaramente uccisi nella casa in cui i tre vivevano in via Anghella.
E’ lì, sul luogo del delitto, che la parte offesa, rappresentata dall’avvocato Gianni Menna e dalla Bruzzone, vuole tornare “per accertare l’origine e la dinamica del crimine, aspetti fondamentali per risolvere questo caso”, dice Menna. Sarà il gip del Tribunale di Vasto, Stefania Izzi, a valutare la richiesta di sopralluogo. Stamani, dalle 11 alle 13, la seconda seduta della perizia psichiatrica nel carcere di Torre Sinello.
La magistratura vastese ha nominato gli psichiatri forensi Ferruccio Canfora (per il gip) e Giuseppe Orfanelli (per il sostituto procuratore Enrica Medori), mentre l’avvocato difensore, Raffaele Giacomucci, si è affidato a un altro volto noto al grande pubblico: Roberto Bruno, sostituito anche stavolta dalla moglie, le criminologa Simonetta Costanzo.
“Rispetto alla prima seduta”, quando l’indiziato si era rifiutato di rispondere anche alle domande preliminari di Canfora, “abbiamo notato qualche timido segnale di apertura”, afferma Bruzzone. “Se Marco Del Vecchio è capace di intendere e di volere? Le operazioni peritali non sono ancora terminare, ma – sostiene la criminologa – non mi sembra ci siano ostacoli alla sua capacità”.