Il Comune di Vasto non può pretendere di far abbattere le insegne a bandiera sulla statale 16, né multare i commercianti, se questi sono autorizzati dall’Anas, ente proprietario della strada. Lo ha stabilito il giudice di pace, accogliendo la prima richiesta di sospensiva presentata contro le pesanti sanzioni comminate la scorsa settimana dalla polizia municipale riguardo alle tabelle luminose sporgenti sulle strade della città e sorrette da pali conficcati nel suolo pubblico.
Un brutto regalo di Natale per centinaia di esercenti: un’ingiunzione di rimozione e la conseguente multa da 398 euro. “Tutto questo è stato causato dall’esposto presentato da un’impresa privata più volte multata. Il problema è che manca un regolamento chiaro: quello del 1995 è fumoso e inapplicabile”, è stata la giustificazione di Mario Olivieri, assessore comunale al Commercio.
La prima sentenza – A fare da apripista a una serie di azioni legali è stato il ricorso presentato dall’avvocato Vittorio Melone per conto del BarAonda, bar-paninoteca-sala eventi di Vasto Marina. Lo ha aperto a luglio una ragazza vastese, I.T., vicino alla statale 16, nei locali che anni fa erano la sede della Snai.
Prima della scadenza dei 10 giorni per l’abbattimento e il pagamento, il legale ha esperito le vie legali. “Prima di installare l’insegna – afferma Melone – il bar ha chiesto e ottenuto il permesso dall’Anas, ente proprietario della statale 16. A questo va aggiunto che la tabella a bandiera è posta su un terreno privato, che il Comune non aveva mai chiesto una specifica autorizzazione, né aveva mai multato prima d’ora tutti i precedenti gestori di quel locale. Inoltre, mai era stato applicato il regolamento comunale del 1995, ragion per cui ci siamo appellati a quanto previsto dalla legge numero 689 del 1981: violazione per fatti non addebitabili al trasgressore. Infine, la proprietaria del bar ha regolarmente pagato all’Aipa 600 euro di tassa per l’insegna, delle dimensioni di un metro per 70 centimetri”.
Il giudice ha dato ragione al BarAonda, sospendendo l’abbattimento della palina e la contravvenzione e rinviando il giudizio di merito a marzo, quando deciderà se è legittima l’ingiunzione del Comune e, di conseguenza, se la ragazza deve pagare la multa ed eliminare l’insegna, oppure può tenersi soldi e cartello luminoso.