“La droga come elemento che esclude la responsabilità del nostro assistito? E’ difficile. Potrebbe esimerlo solo se si riuscisse a dimostrare che le dosi date a lui quella sera gli abbiano provocato uno stato mentale tale, da indurlo a commettere il delitto”, dice l’avvocato difensore.”La tesi che noi sosteniamo è quella dell’incapacità di intendere e di volere. Ci auguriamo di poter avere il conforto tecnico della perizia psichiatrica”. Lo afferma l’avvocato Fiorenzo Cieri, che insieme alla sua collega Clementina De Virgiliis difende Vito Pagano, in carcere dal 14 agosto scorso. Per lui già quattro mesi di custodia cautelare. Il 28enne è l’indiziato dell’assassinio di Albina Paganelli, barbaramente uccisa nella sua casa di via Fedro nella notte della vigilia di ferragosto. Chi l’ha ammazzata, ha infierito con 18 coltellate. Il clou dell’estate macchiato di sangue. Un giorno che San Salvo non dimenticherà mai.
Il 29 gennaio 2013. E’ la data decisiva delle indagini sull’efferato delitto. Nell’udienza del 29 gennaio, il giudice per le indagini preliminari deciderà, sulla base della perizia psichiatrica svolta dai consulenti tecnici d’ufficio, se Vito Pagano era capace di intendere e di volere al momento in cui è entrato nella casa della donna. Le analisi del Ris di Roma hanno confermato la presenza di materiale biologico dell’indagato nella casa della vittima. Dal giudizio sulla capacità d’intendere e di volere deriva l’imputabilità del 28enne, accusato di omicidio volontario. Se fosse riconosciuto totalmente incapace, il gip non potrebbe disporre eventualmente nessun rinvio a giudizio. Il giovane, in ogni caso, non verrebbe processato. Un’incapacità parziale potrebbe consentirgli di ottenere, ove fosse riconosciuto colpevole, un forte sconto di pena.
La droga – “E’ stato lui negli interrogatori – ricorda Cieri – a fare i nomi delle quattro persone finite in carcere di recente”, Giovanni Giuliano, Carlo Libero, Ciro Manna e Vincenzo Barra, arrestati la scorsa settimana dai carabinieri, che li ritengono responsabili di un traffico di eroina da San Severo a San Salvo. “La droga come elemento che esclude la responsabilità del nostro assistito? E’ difficile. Potrebbe esimerlo solo se si riuscisse a dimostrare che le dosi date a lui quella sera gli abbiamo provocato uno stato mentale tale, da indurlo a commettere il delitto”.
Perizia, gli esperti – La delicata fase dell’incidente probatorio si concluderà il 29 gennaio. E’ Stefano Ferracuti, professore di psicologia clinica presso l’Università La Sapienza di Roma, il consulente tecnico d’ufficio scelto dalla Procura. I ctu nominati dal giudice per le indagini preliminari sono due: la psichiatra teramana Maria Cinapro e Vittorio Sconci, direttore del Dipartimento di salute mentale dell’Aquila.
Cristian D’Ovidio e Massimo Di Giannantonio, docenti dell’Università di Chieti sono stati incaricati dagli avvocati Giovanni e Antonino Cerella, che rappresentano la famiglia Paganelli.
Per i legali della difesa, Clementina De Virgiliis e Fiorenzo Cieri, l’esperto che dovrà stilare la perizia di parte è Vincenzo Vecchione, già consulente a Campobasso del processo a carico di Angelo Izzo, il killer del Circeo.