“Vogliamo innanzitutto ringraziare l’assessore Febbo per l’interessamento che fino ad oggi ha dimostrato”. Sono i dipendenti dal Cotir, il centro di ricerche sulle tecniche irrigue di Vasto, a scrivere una lettera dopo l’incontro avuto con l’assessore regionale. La loro situazione è ormai nota. Sono senza stipendio da molti mesi e non ancora c’è certezza su quando riceveranno gli arretrati.
“Senza voler offendere nessuno ci permettiamo di dare un consiglio alla Regione ed all’Assessorato che tanto credono nella ricerca e nella capacità dei lavoratori. Come rimarcato più volte da tutti gli addetti ai lavori (politici e non), nel Cotir ci sono le professionalità giuste per poter portare avanti progetti anche di un certo spessore sufficienti a garantire la sopravvivenza del Centro senza ricorrere alla mucca Regione”.
Il futuro di questo e altri centri è quello di autosostenersi attraverso progetti all’avanguardia. “Noi – dicono i dipendenti- ci sentiamo di poter rilanciare la posta in alto chiedendo alla Regione di scommettere sul Cotir ed inserendo una voce in bilancio per il pagamento degli stipendi e aiutarci nella ricerca di bandi anche a livello europeo così la Regione allo stesso tempo potrebbe assegnarci tutti quei progetti che attualmente assegna a ditte esterne.
In parole povere, così come previsto nell’atto costitutivo del Cotir, la Regione dovrebbe impegnarsi a gestire il Centro dettandoci le linee guida per l’affidamento di progetti il cui ricavato andrebbe naturalmente nelle casse della Regione rappresentando anche un introito. Dopo la soppressione degli Enti, Arssa ad esempio, la Regione potrebbe ricollocare alcuni dipendenti più bravi in questo settore, al fine di costituire un Comitato Tecnico Scientifico che sia di supporto ai ricercatori Cotir”.
I dipendenti non credono che la soluzione scelta dal governo regionale e che, come ha rassicurato Febbo non porterà alla perdita di posti di lavoro, possa essere efficace. Per loro il futuro è nero. “E’ impossibile pensare che i dipendenti del Cotir con i soldi dei progetti debbano provvedere al pagamento degli stipendi, all’ammodernamento delle attrezzature, che nel frattempo stanno diventando obsolete, a tutti i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria del Centro che vorremmo ricordare essere di proprietà della Regione e magari perchè no, anche a pagare gli stipendi di qualche dipendente che intanto il politico di turno ha deciso di piazzare al Cotir.
Infine bisogna considerare che molti dei bandi in circolazione sono cofinanziati, sottraendo così ulteriori soldi per il pagamento degli stipendi. La soluzione proposta nella legge che si vuole presentare porterebbe soltanto la Regione a svincolarsi dal Cotir destinato così nel giro di pochi anni a chiudere i battenti“.
Uno scenario che più volte è stato prospettato. I politici dicono che non accadrà. Ma chi lavora qui da tanti anni non ha tutta questa fiducia, vista la situazione a cui si è arrivati. “Sicuramente una gestione troppo allegra da parte della politica ci ha portati ad essere additatati come carrozzoni, ma bisogna ricordare che questo carrozzone è composto da dipendenti che hanno famiglie a casa e che quest’anno sicuramente non trascorreranno un buon Natale. Tanti auguri di buone feste a Tutti”.