Non si placa la protesta dei lavoratori alla Rsa San Vitale. La disputa tra proprietà, la Sangro Gestioni, a sua volta controllata da Eukedos, e i 20 dipendenti iscritti ai Cobas, ha fatto registrare oggi pomeriggio un altro passaggio importante. Lunedì scorso, dopo che i lavoratori erano stati invitati ad uscire dall’edificio durante l’assemblea, la proprietà aveva garantito che, con l’elenco degli iscritti al sindacato, avrebbe accordato il permesso allo svolgimento della riunione sindacale.
Così non è stato, perchè dopo la richiesta presentata da Aly Soliman, responsabile territoriale del sindacato, l’azienda ha comunicato alla sigla sindacale che l’assemblea odierna non poteva svolgersi all’interno dell’edificio, in quanto lo Slai Cobas non è tra i firmatari del contratto nazionale di lavoro.
La vicenda ha fatto infuriare i lavoratori. “Così ci prendono in giro -ha detto Soliman-. Avevano chiesto un elenco e l’abbiamo invitato. E’ assurdo che il sindacato maggiormente rappresentato nella Rsa non può svolgere le sue assemblee”.
Intanto, questa mattina, è stata inviata alle autorità competenti, la lettera in cui si dichiara lo stato di agitazione. “Da ottobre non vengono pagati gli stipendi – afferma Soliman-, nonostante siano state maturate due mensilità”. Inoltre, secondo il rappresentante sindacale, “l’azienda mal tollera il fatto che il 90% dei suoi dipendenti abbia scelto di aderire ai Cobas. Dal momento dell’iscrizione ai Cobas – si legge nel documento-, e come una bomba ad orologeria, i dipendenti interessati si sono trovati spiati e controllati a vista durante il turno di lavoro seguiti come un’ombra da un’referente aziendale, questo naturalmente incide negativamente sul servizio reso agli ospiti”.
Mentre erano riuniti davanti alla Rsa, i lavoratori hanno anche chiesto l’intervento delle istituzioni. Il sindaco di San Salvo si è impegnato ad incontrare i lavoratori. “La prossima settimana li riceverò in Comune -ha detto Tiziana Magnacca- per ascoltare le loro motivazioni”.
Per ora c’è lo stato di agitazione, con il conseguente blocco di tutte le attività dello straordinario e la programmazione degli scioperi, “nel rispetto delle norme vigenti, cioè la garanzia dei servizi minimi, visto che si tratta diuna struttura sanitaria”.