“Vogliamo essere certi dello stato interiore della persona indagata. Senza dubbi”. L’avvocato Gianni Menna spiega perché ha scelto la nota criminologa Roberta Bruzzone come consulente della parte offesa. Il 4 gennaio inizia a Vasto l’incidente probatorio, tappa decisiva nelle indagini sull’omicidio di via Anghella, dove nel pomeriggio di sabato 17 novembre con 111 coltellate, 38 al marito e 73 alla moglie, sono stati assassinati Emidio Del Vecchio, 78 anni, e Adele Tumini, 75, trovati morti nella loro casa dai carabinieri attorno alla mezzanotte di domenica.
L’indiziato è uno dei tre figli della coppia: Marco Del Vecchio, 37 anni, in carcere dal primo pomeriggio del 18 novembre. E’ in isolamento e sorvegliato a vista. Nell’interrogatorio dinanzi al giudice per le indagini preliminari, Stefania Izzi, ha respinto le accuse, dicendo: “Non so chi sia stato, io a casa non ci sto quasi mai e non magiavo coi miei genitori. Sabato sera ero in giro per Vasto”. Non ha risposto, invece, alla domanda su dove fosse sabato pomeriggio.
“Parlerò col mio assistito. Mi riservo anch’io di nominare un perito. Un medico”, annuncia l’avvocato difensore, Raffaele Giacomucci.
La parte offesa – “Il nostro obiettivo è arricchire il quadro di conoscenze, rafforzando l’aspetto della psicologia forense”, dice l’avvocato Menna, che rappresenta gli altri due figli della coppia, Amedeo e Nicoletta Del Vecchio.
“Il Tribunale e il pubblico ministero hanno nominato due psichiatri. Allora ho pensato che forse avevamo bisogno anche di uno psicologo forense. La scelta è ricaduta su Roberta Bruzzone”, la criminologa nota in tutta Italia per le sue apparizioni televisive a Porta a Porta, “perché ci interessa la sua competenza. Stiamo parlando di una professionista che si è occupata di tutti i casi più spinosi degli ultimi anni, come i delitti di Avetrana, Perugia, l’assassinio di Melania Rea. Parliamo di uno dei migliori esperti di psicologia forense e criminologia. Ci aiuterà a capire due aspetti fondamentali: criminogenesi e criminodinamica dell’evento delittuoso”, ossia come è nato e come si è svolto l’assassinio nella casa di via Anghella, “quindi non solo l’aspetto statico della perizia psichiatrica, che fotografa la situazione attuale. Ci interessa tornare al momento in cui si sono verificati i fatti e capire se l’indagato fosse capace di intendere e di volere il significato e la portata del gesto che è accusato di aver compiuto”.